1. Il lungo clistere della cagna


    Data: 15/12/2020, Categorie: Cuckold Etero Sensazioni Autore: LaCagna, Fonte: RaccontiMilu

    ... Ogni ondata un lungo brivido di piacere. La mia pancia iniziava a farsi dura, le mie gambe a irrigidirsi, ma non potevo cedere. Volevo arrivare fino all’ultima goccia di quel liquido caldo. Fu un momento molto intimo e personale. Mi resi subito conto di quando il liquidi finì di entrare nel mio corpo: il clistere fa un rumore sordo ma sottile, bisogna stare attenti’ Lentamente sfilai la canula dal culo. Che delizia sentirla penetrare e scivolarmi addosso!
    
    Mmmm’. Il primo impulso fu quello di liberarmi ma no’ Volevo sperimentare il dominio su di me e sulla mia forza. E poi mi attendevano ancora le candele, nell’altra stanza. Sebbene fremessi, non era quella l’ultima tappa: nel frigorifero della cucina mi attendeva una zucchina, ben lavata e privata del suo capo. Fredda, ghiacciata, tenuta a dovere al fresco per quel momento. Infilarci sopra un preservativo fu un secondo, perché avevo una voglia tremenda di infilarmela davanti. Ero bagnata ed eccitata come una cagna in calore: fra le cosce un liquido caldo e denso cominciava a scivolare, liquido che mi permise di infilare la zucchina senza troppi complimenti’ ahhhhhhhhhhh che sensazione meravigliosa di pienezza. Ma non potevo godere. No. Impossibile. Intanto, il liquido nella mia pancia iniziava a far sentire la sua presenza, ma c’era ancora qualche cosa da fare, prima di potermi liberare. Tornai in sala, con le gambe larghe e il culo stretto e mi sdraiai a terra, accanto al tavolo con le candele, che oramai avevano ...
    ... creato una cera densa e calda. Presi la prima delle tre e me la rovesciai addosso anche in modo abbastanza maldestro. Troppo era il desiderio, troppa la necessità di un brivido violento. Urlai per l’impatto, ma anche per il piacere. Con la seconda candela fui più attenta e mi occupai del mio seno, dei capezzoli durissimi come spilli. Guardai la cera colare lentamente sudi essi e, senza staccarle gli occhi di dosso, lasciai che disegnasse geometrie addosso a me. Con la terza candela mi occupai della mia fighetta che chiedeva pietà: volevo l’orgasmo, lo volevo a tutti i costi. Non c’era bisogno di allargare le labbra, già belle distanti grazie alla zucchina che era piantata in mezzo a loro. Le inondai e la cera si mischiò ai miei umori di cagna bastarda che voleva solo godere. Fu un momento di incredibile intensità. Indimenticabile.
    
    Ma ora era la mia pancia a chiedere pietà di me. Così, riempita dentro e fuori di qualunque liquido possibile, andai in bagno e, come una cagna mi accostai al water. Alzai una gamba e mi liberai. Completamente. Feci questa cosa tenendo lo sguardo fiero su di me, la zucchina piantata dentro di me e la voglia di essere scopata a dovere fissa nel mio cervello, come un martello pneumatico. Fu lungo e intenso, ma finalmente mi sentii libera. Ma non completa. Mancava ancora un passaggio e sapevo cosa dovevo fare. Tolsi la zucchina da me e mi sdraiai a terra.
    
    Volevo godere, ma allo stesso tempo volevo vedere fino a che punto sarei arrivata senza toccare ...