1. Il lungo clistere della cagna


    Data: 15/12/2020, Categorie: Cuckold Etero Sensazioni Autore: LaCagna, Fonte: RaccontiMilu

    Nel salotto le luci erano spente. Mi avvicinai ai ceri che sono sul tavolo, al centro della sala. Sebbene fosse tutto buio, potevo quasi intuire le forme delle ombre davanti a me. Allungai una mano verso il piano di legno, e la prima cosa che mi capitò fra le mani fu la scatola dei fiammiferi. Adoro i fiammiferi, quel rumore che fanno per accendere la fiamma’ Li trovo estremamente sensuali. Ne presi uno fra le mani, e quasi dovetti riparare gli occhi per quella luce improvvisa, magnetica: l’avvicinai al cero più alto, quello stretto e sottile che sovrasta la composizione e la fiamma prese a brillare. Riservai il medesimo trattamento anche agli altri due; all’improvviso una calda luce di fuoco invase la stanza, che quasi non sembrava più lei. Ero scalza, nuda e fremevo di desiderio, all’idea del trattamento che stavo per fare al mio corpo. Ci voleva del tempo, era necessario che tutti i dettagli fossero perfetti. Con passo sicuro ho abbandonato il salotto, assicurandomi che le fiamme non fossero spente: le luci dovevano essere vive.
    
    Aprii la porta del bagno, senza accendere la luce principale, ma solo quella secondaria: mi piace di più, mi sembra più intima quando &egrave intimo ciò che sta per accadere. Aprii il cassetto, il secondo sotto al lavandino e presi il kit per il clistere anale, una pratica che svolgo almeno una volta a settimana. Presi la sacca e la appesi al perno della doccia. Infilai la canula nel suo alloggio e l’apposito beccuccio, assicurandomi che la ...
    ... valvola di apertura fosse chiusa.
    
    Presi l’acqua, quella che avevo messo a scaldare sul fuoco e lasciato appena raffreddare, perché giungesse alla temperatura ideale. Lentamente l’ho colata nella sacca del clistere. Quel rumore, quella sacca che si riempie, l’idea di quello che stava per accadere invase tutto il mio corpo con un brivido di piacere che ogni volta mi atterrisce. Poco meno di due litri, questa volta. Posai il contenitore dell’acqua e mi sdraiai a terra, sul tappeto rosa del mio bagno. Mi misi su un fianco, mostrando il culo alla doccia. Amo il mio culo, così sodo, leggermente grande. Alzai la coscia, quel tanto che basta per prendere la canula e lasciarla scivolare nel mio buchino. Feci questa operazione con molta lentezza, volevo assaporare ogni centimetro di plastica che entrava nel mio sfintere, fin nel profondo, fino alle viscere. La canula entrò con facilità: non era la prima volta e certamente non sarebbe stata l’ultima. Quando tutto mi sembrò pronto, con fare sicuro, aprii la valvola. Appena appena: volevo godermi tutto il getto caldo che lentamente mi stava inondando nelle profondità del mio corpo. Desideravo che quel momento durasse il più a lungo possibile, perché &egrave una sensazione di dominio e di sottomissione allo stesso tempo. Il primo impulso &egrave quello di liberarsi, ma c’&egrave una forza dentro che ti spinge a continuare. Ancora e ancora. Ed &egrave stata quella forza che ha fatto si che continuassi a lasciar fluire quel liquido caldo. ...
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