1. Finalmente a casa


    Data: 11/12/2020, Categorie: Sentimentali Autore: Topina, Fonte: EroticiRacconti

    ... la pelle sottile che amavo baciare. Sul tuo fianco sinistro le mie dita seguono il disegno di una nuova cicatrice. E’ piccola, 4, forse 5 centimetri, ma ti irrigidisci mentre la tocco, quindi è recente. Come te la sei fatta, me lo racconterai? Sono già alla pancia, l’ombelico. Mi inginocchio, scendo lungo le gambe, accarezzo l’interno coscia, morbido e quasi glabro, Solletico il retro delle ginocchia, rassicurata dal fatto che ti sottrai al mio tocco come hai sempre fatto. Sei ancora tu. Scopro nuovi graffi sui polpacci muscolosi, la pelle spessa dei tuoi piedi. Volutamente tralascio una sola parte del tuo corpo, il mio stomaco non ne ha bisogno per riconoscerti né la mia mente per desiderarti. Lentamente, mi alzo, tocca a te.
    
    Pelle. Inizi il tuo studio. Le tue mani non si muovono leggere a disegnare i miei contorni, il loro tocco è pesante, deciso. Corrono veloci sulla mia pelle, mi toccano come se fosse la prima volta, avide, ingorde di assaggiarmi. Non hanno il tempo di fermarsi, di esplorare i dettagli, mi stringono fino quasi a far male, lasciano un marchio bollente al loro passaggio. Ogni tanto rallenti, ti soffermi su qualcosa che ti colpisce, ma presto soccombi di nuovo alla foga, mi stringi e sento la tua pelle ardere contro la mia. Non sei attento, non sei delicato, sei ansioso di riconoscere sensazioni ormai perse nella memoria. La tua è una perquisizione, le tue mani mi frugano ovunque. Sono io? Scendono lungo i fianchi, si insinuano fra le cosce. Mi penetri ...
    ... con un dito, in fretta, senza alcun riguardo. Ti plachi solo quando senti i miei umori accoglierti, ti concedi un respiro, con la mano libera mi prendi la testa e la stringi contro il tuo petto. Il tuo corpo mi riconosce. Sono io. Da quanto tempo non tornavi a casa?
    
    Bocca. Mi alzo sulle punte, ti trascino in basso, la mia bocca finalmente incontra la tua. Il tuo sapore mi riporta mille anni indietro, piango e rido mentre la tua mano incide delicatamente la mia voglia. Mordo le tue labbra, riscopro il tuo sapore, sale, spezie, fumo, sangue, vino, caffè, lacrime (sono io o sei tu?). Mai sazia affondo la mia testa nel tuo collo, ubriaca del tuo odore, del tuo sapore, delle tue mani che mi scuotono le viscere. Incapace di staccare le labbra, scendo lungo il collo, ansiosa ti bacio le spalle, il petto, ti mordo i capezzoli. Le tue mani mi spingono verso il basso, mi inginocchio davanti a te.
    
    Orecchie. Ascolto il silenzio perfetto della stanza. Il mio cuore impazzito che mi esplode in testa. Le urla che mi straziano fra le gambe. Il tuo respiro affannato. Mi avvicino, trattieni il respiro a lungo, ignorando i tuoi polmoni che chiedono aria. Poso le mie labbra su di te in un umido bacio, le dischiudo per accoglierti. Finalmente lasci che l’aria fugga dal tuo petto in un lungo sospiro, respiri avido come dopo una lunga immersione. Le tue gambe vacillano, ma è solo un attimo. Bentornato a casa.
    
    Bocca. Lascio che la mia lingua si muova su strade che ha percorso centinaia di ...