1. Quel tubino di seta nera


    Data: 17/11/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: dominus_furens, Fonte: RaccontiMilu

    ... il piano è il luogo dove i tuoi polsi saldamente legati da altra seta sfregano mentre ti strappo quel perizoma nero e semplice che ti ho regalato soltanto per potertelo togliere in questo preciso momento.
    
    Il suo tessuto riempie a fondo la tua bocca, nonostante la certezza che comunque non urleresti, consapevole che stai solo pagando il caro prezzo di qualche ora mondana. Ma lo stupore concedimelo: non è da tutte farsi trovare il sesso, glabro come piace a me, già bagnato; non è da tutte lasciare che la mia asta entri furiosamente fino in fondo, sentire le pareti allargarsi al mio violento passaggio senza resistenza alcuna. Anzi, ti sento chiaramente mentre ti inarchi per farmi arrivare più in fondo, per farmi assaggiare meglio il piacere che devi donarmi, per farmi arrivare con ogni colpo più forte un poco di più dentro te.
    
    I colpi inesorabili e ritmati, il tuo ansimare bloccato dal corpo intruso inserito nella tua bocca, la mia mano che tormenta i tuoi pallidi seni denudati dal vestito raccolto alla tua vita.
    
    Piangi mentre strappo con vigore i tuoi capezzoli, li prendo a piene mani tirandoli, torcendoli, torturandoli senza mai interrompere l’andirivieni violento della mia verga nella tua più intima carne.
    
    Eppure piangi quando ti strappo il perizoma imbevuto di umori e saliva dalla tua bocca solo per farmi ...
    ... sentire la tua voce roca ansimare di piacere.
    
    Piangi anche mentre la mia mano saggia il tuo collo, quando finalmente affondo il mio cazzo nel tuo orifizio più angusto, la primizia che mi prendo senza domandare, vero alluso motivo per cui sei mia questa notte. Le scosse irregolari del tuo sfintere mentre annaspi cercando aria, sgranando quegli occhi azzurri resi ancora più sensuali dalle lacrime che ne accendono i colori facendoli risplendere alla luce tenue artificiale che li illumina.
    
    Piangi ancora, mentre il mio seme entra nelle tue viscere con rapidi e ripetuti schizzi, dimentico delle precedenti intenzioni di scaricarmi nella tua gola, per farti dimenticare il sapore dello champagne e farti ricordare domani solo quello dello sperma. Per te ultimo segno liberatorio, prima che mi conceda di accasciarmi sulla poltrona dinnanzi alla scrivania, godendomi la vista del tuo corpo abbandonato inerte sul marmo, con il seno che si alza al ritmo lento del tuo respiro e i singhiozzi che si diradano mentre lo sperma cola lentamente dal tuo ano violato per la prima volta.
    
    Piangevi’ eppure prima di scappartene via lontano, mentre io mi beavo assonnato del piacere avuto, mi hai voluto lasciare poche parole, con una calligrafia delicata ma incerta, su un foglio strappato e abbandonato sulla fredda lastra su cui ti ho preso:
    
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