1. Asia.....Sverginando il Culo Del Pizzaiolo


    Data: 24/10/2020, Categorie: Anale Prime Esperienze Trans Autore: asiatrav82, Fonte: xHamster

    ... tutt’attorno con la lingua. Il cazzo, allora, gli si gonfiò fino a diventare un massiccio tarello di almeno 23 centimetri.
    
    “Fammelo intostare, succhiamelo!” mi ordinò il pizzaiolo.
    
    Allora glielo strinsi alla base e presi a slinguargli il glande roseo, che ben presto si fece paonazzo. Non mancò molto, che sentii il sapore viscoso della presborra. Allora passai la lingua sulla corona bulbosa e leccai da sotto la cresta sensibile.
    
    “Succhiamelo! – urlò Nicolo' – Succhiami questo cazzone!”
    
    Si stava eccitando veramente di brutto. Così mi affrettai a ingurgitargli l’uccello, mentre lui si dondolava sui calcagni e me lo pompava giù nella gola, mandandomi a sbattere sul suo scroto bagnato, e con le mani scarto il mio perizoma fece uscire il mio cazzo durissimo stringendolo.
    
    “Occazzo, sì! Nessuna donna mi aveva mai fatto un pompino cosi' finora.
    
    Ci ho pensato parecchio. Lo volevo. Scommetto che hai succhiato tonnellate di cazzi nella tua vita.”
    
    Io avrei voluto rispondere, ma non potevo parlare, con quel rigido, succoso paletto che mi colpiva le tonsille, riempiendomi a dismisura la bocca. Lavorando in pizzeria, Nicolo' aveva addosso come un sentore di farina, ma era un odore pulito che, mescolandosi alla sua traspirazione, creava un aroma assolutamente fantastico.
    
    Il suo corpo era perfetto, totalmente levigato.
    
    Non un’imperfezione.
    
    La stessa cosa l’uccello.
    
    Da parte mia, adoro i bei manzi compatti, specialmente se hanno ottime dotazioni.
    
    Il ...
    ... cazzo mi stava pulsando e implorava di essere smanettato, ma io non volevo ancora scaricarmi le palle. Nicolo' iniziò a fottermi la bocca seriamente, e i suoi coglioni mi sbattevano contro il mento.
    
    Passandogli le braccia attorno, gli afferrai allora le chiappe sode e carnose. Lui non mi fermò. Sentii, anzi, che le contraeva, intanto che mi pompava l’uccello dentro e fuori dal gargarozzo.
    
    “Succhia, - urlava – forza, pompinara! Fammi venire, cazzo! Fammi sborrare! Fatti riempire di sbroda quella gola fottuta!”
    
    In un momento di impudente lussuria, con il suo cazzo che mi frullava gagliardamente la bocca, io gli passai il dito nello spacco sudato del culo.
    
    Lui sembrò non accorgersene o non volle fermarmi.
    
    “Ci sono! Ah, cazzo! Sborro, cazzo! – continuava a strillare – La mia sbroda fottuta, tutta nella gola te la sto sparando!
    
    Prendila. Bevila, puttana di merda!”
    
    Il suo nerchione era duro come la pietra.
    
    Sgocciolò prima, poi schizzò fuori una bocconata di caldo siero cremoso, che mi lucidò a bianco le tonsille, riempiendomi la bocca.
    
    Con mia sorpresa, era denso e aveva un gusto dolce come il miele.
    
    Continuai a poppargli il tarellone, finché non gli diventò molle e mi sgusciò fuori dalle labbra.
    
    “Voltati e fammi dare un’occhiata a questo tuo magnifico culo. – gli dissi, allora, lisciandomi l’uccello indolenzito – Voglio proprio darci un’occhiata a questo tuo sederino così arrapante.”
    
    “Sì, - fece lui – ma un’occhiata soltanto piccola. Niente ...
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