1. Brava la mia Cagna


    Data: 19/10/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sensazioni Autore: LaCagna, Fonte: RaccontiMilu

    ... riempirmi sempre di più e le mie viscere cominciarono a contrarsi. Il liquido scorreva dentro di me e io sentivo di riempirmi senza sosta. Senza sosta. Mi sembrò un tempo infinito, fino all’ultima goccia.
    
    Quando quel trattamento terminò, cominciai ad avere paura. Perché non sapevo esattamente che cosa aspettarmi. Il desiderio di liberarsi arriva immediatamente, e non puoi opporre resistenza. E’ necessaria una concentrazione e un dominio di se’ non semplici da mettere in pratica, specie quando il tuo Padrone &egrave tutto intento a prendersi cura del tuo clitoride, con una pazienza e una dedizione fortissime.
    
    – ‘Padrone. Ho bisogno di liberarmi’. ‘Lo so, Cagna’. Potevo intuire la sua espressione, quel sorriso ammaliante e apparentemente gelido che nasconde un’espressione intelligente e furba. ‘Ma non ti do il permesso. Ancora no. Nessuno sconto’.
    
    Iniziai a sudare freddo. Tutto quel liquido caldo dentro le mie viscere iniziava a far sentire la sua presenza e il mio Padrone continuava, senza sosta, a torturare il mio clitoride. Fu un lampo. Un secondo. E avvertii una fitta dolorosissima e lancinante proprio fra le labbra. Una goccia di cera bollente aveva colpito il clitoride con una precisione chirurgica. Non riuscii a trattenere un grido di dolore e di sorpresa.
    
    – ‘Cagna’ Te l’ho detto che sarebbe stata una lunga notte. Voglio portarti al limite, voglio che tu capisca chi comanda, voglio che tu comprenda che puoi farcela e che c’&egrave tanto in te. Se solo ...
    ... decidi di fidarti di me. Del tutto.’
    
    Sentivo il mio corpo fremere e contrarsi, fra il desiderio di rilassare tutti i muscoli e la necessità invece di tenerli tutti tesi, pronta alla prossima goccia di cera bollente.
    
    – ‘Girati, cagna’.
    
    Mi girai con la schiena a terra, completamente nuda e esposta alle voglie del mio Padrone. La colata di cera arrivò sui capezzoli prima, sulla pancia poi. Lenta, lunga, implacabile. Il mio corpo si contorceva dal dolore e dal desiderio, dall’eccitazione e dal bisogno. Era come volerlo sentire dentro la mia pelle. Dentro alle ossa. Urlavo, mi contorcevo, ma lo desideravo, come un bisogno assoluto.
    
    Le sue mani percorrevano i disegni di cera impressi sulla mia pelle, come scultore che plasma la sua creatura artistica. Ogni tocco un brivido, ogni goccia una pugnalata. ‘Padrone. Ti prego. Ho bisogno di liberarmi’. Ripetei come un ritornello. Voleva sentirmi supplicare e sebbene non potessi vedere la sua faccia, avrei potuto dipingere la sua espressione.
    
    Fermò all’improvviso il suo trattamento. Mi prese le mani e mi fece alzare.
    
    Ebbi un momento di esitazione, perché la testa mi girava. Sentii le sue mani sulla mia testa, come a fermare il mondo attorno a me. ‘Respira profondamente’. La sua voce arrivò alle mie orecchie con una dolcezza infinita, che ebbe il potere di calmarmi e di darmi la forza per affrontare quel che, in cuor mio, sapevo sarebbe successo di lì a poco.
    
    Mi prese per le mani, avvicinandomi al servizio del bagno.
    
    – ...