1. Montecalvario blues: "La bella Giorgina"


    Data: 16/10/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti

    A Giorgina piace proprio tanto attizzarli i ragazzi del Bar degli Amici, al civico 38 di via Montecalvario. Mette su i vestiti più corti e attillati che trova nel guardaroba, scarpe con un po’ di tacco – il giusto per slanciare gambe massicce e tornite come colonne greche – e scende per Vico Portapiccola mandando a destra e a sinistra quel gran culo che si ritrova, compresso nell’abito fino a far urlare pietà alle cuciture. Come la vedono, i ragazzi svaccati al tavolino deglutiscono e si danno di gomito, sciorinando rosari di apprezzamenti volgari a dir poco lusinghieri per la giunonica Giorgina, le cui mutandine subito s’inzuppano al pensiero di quei giovanotti arrapati che sbavano al suo passaggio, e se la sente sgocciolare nel solco delle chiappe e tra i seni opulenti quella vischiosa bava di desiderio che le si appiccica addosso come afa. E sculetta, la bella Giorgina, mentre passa davanti a loro e di sbieco, protetta dalle grosse lenti scure stile Mondaini e accentuando il movimento delle anche, che sferzano di meraviglia l'aria satura di sole e di smog, getta un’occhiata alle loro patte gonfie oscenamente strette nei pugni, ad esplicitare plasticamente voglie e inviti ad amplessi selvaggi e animaleschi.
    
    Se li immagina, Giorgina, quei cazzi scuri, belli grossi, scappellati e umidi, dalla capocchia turgida e violacea, e intimamente, vai a sapere per quale recondita perversione, gode ancor di più nel confrontarli con quello di Lucio, che le ha chiesto di sposarlo, e ...
    ... lei ha accettato perché Lucio è un bravo ragazzo, volenteroso e lavoratore, onesto e buono d’animo, che l’adora e le vuole bene, ma che fra le cosce - oh, lei tapina! - Madre Natura non gli ha fornito con altrettanta prodigalità qualità tali da toglierle ogni volta quella voglia che dal mattino le surriscalda la carne, dapprima lenta, poi sempre più forte, fino a farle bollire il sangue, come il ragù che sua nonna mette sul fuoco il sabato e lo fa stare per ore e ore, fino alla domenica, finché non s’addensa come magma, quella voglia permanente che non la lascia mai nemmeno quando lavora ad ore, strofinando i pavimenti di case sempre troppo buie e sature di muffa mista ad odore di minestre riscaldate e fritture. Bravo ragazzo, Lucio, ma ha un cazzetto lungo un indice e quando, nudo, magro e scarno come un ramo secco, le si infila fra le cosce e prende ad agitarsi come un coniglio, dimenando le chiappe piatte e senza polpa, lei non ha il tempo di accorgersi della sua presenza che lui si è già tirato fuori, con il viso deformato dal piacere, l’uccelletto tra le dita che si agitano frenetiche, fino a schizzarle le tette con qualche goccia di sbrodo caldo. Bravo ragazzo, Lucio, sicuro, ma da queste parti, in questa giungla metropolitana, esempio palpitante di quanto sia fondata la teoria della lotta alla sopravvivenza, è facile confondere la bontà con la mancanza di palle e con un nerbo che, ahilui, è proporzionato ai centimetri di cazzo in dotazione. Ne è convinta, Giorgina, di ...
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