1. Io, Francesca, la donna invisibile


    Data: 15/10/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Gianni_Badesi, Fonte: RaccontiMilu

    ... stato solo uno scherzo. Tutto uno scherzo. Adesso saremmo andati a fare il caff&egrave. Il suo era stato un modo per rompere il ghiaccio’ Un modo degno dell’autore di romanzi e racconti erotici che era. Un modo, forse sempre lo stesso, riciclato per tutte le fan. Ogni volta lo stesso. Non stava succedendo a me.
    
    Sono entrata nella sua macchina, una Renault nuova. Era lì, al fondo del parcheggio. Mi fissava, il viso inespressivo, gli occhi fissi su di me. Ho richiuso lo sportello. Era lì, il parka chiuso ma slacciato. Ho sentito il suo sguardo addosso, ma discreto. Non mi spogliava. Leggeva i miei gesti. Qualche attimo di interminabile silenzio, ancora. Adesso mi chiede se voglio un caff&egrave. ‘Qualcosa di soft, allora’ se &egrave la prima volta, giusto?’ Ancora la sua voce. Non l’ho sognata. Mi fisso la punta delle scarpe. Annuisco per nascondere il tremore. Non dico una parola. ‘Sicura?’ Adesso la sua voce sorride di nuovo. Annuisco ancora. Nemmeno un fiato’ Credo che stessi trattenendo il respiro. Sento le sue dita chiudersi, gentili però, sul polso destro. Il mio. Non stava capitando a me, alla donna invisibile. Non &egrave possibile. Sento il parka che fruscia via. Mi lascio portare via la mano. Sento quel cazzo duro e bollente di nuovo sotto la mano. Stringo le dita. Ha un sussulto. Lo strangolo come se poco sotto il glande quello fosse un collo, non un cazzo duro e bollente. Lo sento sussultare.
    
    Sento il suo respiro venire fuori lentamente. Ma intenso. Inspiro. ...
    ... Inspiro forte. Poi non lo so com’&egrave’ Mi ci tuffo sopra. Occhi serrati e bocca aperta lo accolgo. Non controllo la discesa, con le labbra spalancate. Mi fermo quando sento quella noce dura e rovente che quasi mi sbatte contro l’ugola. Mi fermo. Stringo le labbra attorno all’asta. La mano scivola sotto, alla radice di quel tronco. La bocca si muove di vita propria per non so quante salite e discese, prima che io mi possa fermare un attimo a chiedermi, esattamente, che cosa stia facendo.
    
    Un pompino. Nient’altro che un pompino, Francesca. Si chiama così. Tecnicamente ad uno sconosciuto. Tecnicamente dall’ultima volta sarà passato un anno e mezzo, forse due, ho perso il conto. Penso al fatto che sono in auto con un uomo che conosco solo via mail e via ebook’ E che gli sto ciucciando il cazzo. Penso che il cervello &egrave lì, tutto preso a farsi domande e darsi risposte e invece la bocca, da sola, di vita propria, ha deciso di fare altro, di concedersi. Di colpo mi viene in mente che usa di sicuro un buon sapone, uno di quelli che lasciano un buon profumo. Ha i peli morbidi; lo sento affondandoci il naso ogni volta che scendo. Ha il glande duro, umido e scivoloso. Una noce: ha la stessa consistenza e la stessa dimensione, almeno stando a quel che sento in bocca. Non conto più le discese, nemmeno le salite. Sento il mio respiro. Irregolare, affannato. Mi ricordo solo ora di quanto ho sempre trovato scomodo prenderlo in bocca in macchina, col freno a mano tirato proprio sotto ...
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