1. Io, Francesca, la donna invisibile


    Data: 15/10/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Gianni_Badesi, Fonte: RaccontiMilu

    ... gli stop della sua auto, istintivamente mi sono scoperta con le dita della destra sotto il naso e la sinistra che toccava i capelli. Non perché mi sentissi sporca. Semplicemente perché, davvero, tutto era stato così strano che ero lì a chiedermi: ‘E’ successo davvero?’
    
    Ho passato la serata guardando la tv. Non lo facevo da mesi, da tanto. Ho passato la serata senza pensare. Ho passato la serata senza ricordare.
    
    I pensieri, i ricordi, le sensazioni’ Mi &egrave piombato tutto addosso nel letto, appena spenta la luce. L’ombra ha bussato al finestrino. E la prima volta l’ho lasciata entrare, chiedendomi come sarebbe stato. Come sarebbe stato farlo davvero. Rivestirsi. Mettersi in macchina. Arrivare. Parcheggiare. Aspettare. E intanto ho sentito la mano, mossa da vita propria, scendere giù’ E darmi piacere. La prima volta l’ombra &egrave sparita. Ha fatto spazio a quella noce che se mi concentro sento ancora contro il palmo, contro il palato. Ha fatto spazio a quell’umido dolciastro, alla patina di piacere che gli cresceva goccia dopo goccia sul glande. Ai ricordi di quel pompino. E quando nel ricordo, l’ho sentito esplodere’ Ho goduto anch’io, coi piedi tesi, la mano premuta, le dita dritte e i denti stretti. Ho goduto come non godevo da tempo.
    
    Poi c’&egrave stata la seconda, la terza volta’ Quella notte. L’ombra bussava sempre’ Era il pompino a tornare sbiadito. Era il glande a sfumare. Tornavano le domande, tornava la fantasia. Il glande se ne stava lì, in bocca, ...
    ... premuto’ Ma diventava Un glande e non più Il glande. Non era più il cazzo di Gianni quello che pompavo forte. Era il cazzo dell’ombra. Stessa forma, stessa consistenza, stesso calore’ Non era più il suo, però. Ed ogni volta, per godere, non pensavo più all’esplosione del piacere di Gianni’ No. Mentre pompavo inferocita ogni volta di più quel cazzo, lo sentivo venire e scoppiare solo se ripensavo all’ombra. All’ombra ogni volta diversa che mi metteva il cazzo in mano, che mi palpava il seno, che mi chiedeva se c’andavo, se m’andava’
    
    E le fatture. E le ricette. E le dita dentro. E l’ombra’ E quella tentazione forte, fortissima, di mettere addosso le prime due cose che avessi trovato davanti e prendere la macchina. Per vedere se davvero ero invisibile. Se davvero era bello e spaventoso come lo immaginavo. Se avrei tremato davvero, di nuovo, con un cazzo fatto d’ombra in mano. Se davvero sarebbe stato d’ombra come non lo ero stata io, in macchina, con Gianni, la sera prima.
    
    M’&egrave passata con il sonno. Stremata. M’&egrave passata con la doccia e col pensiero del dolce da preparare al mio cucciolo, che sarà qui tra pochi minuti. M’&egrave passata quando mi sono ripromessa che qui, in questo file, ci avrei scritto davvero tutto. M’&egrave passata quando ho scritto due righe a Gianni, poco prima di cominciare a scrivere qui, ringraziandolo del selfie, del bel caff&egrave e di tutto.
    
    ‘Non scusarti, anzi, grazie’ Se ci penso, sono stata bene! Francesca’
    
    M’&egrave passata. Ma ...