1. Secchione! Genesi di un padrone – parte 07


    Data: 07/10/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sensazioni Autore: Naughty_Bard, Fonte: RaccontiMilu

    ... piedi davanti al suo armadietto che infilava qualcosa dai buchi della grata. Appena finito si voltò per andarsene e lo vide. Damian notò il colore scomparire completamente dal suo viso. Era cinerea e l’espressione d’angoscia che assunse gli ricordò quella di un celebre dipinto di Edvard Munch. Cominciò a scuotere la testa incredula mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Senza dire una parola, corse via nella direzione opposta.
    
    Damian sorrise. Camminò tranquillo, con le mani in tasca. Aprì il lucchetto e prese l’ennesimo bigliettino della sua strana ammiratrice ormai non più segreta. Eh, già! Perché Damian la conosceva quella ragazza. Nessuno li aveva mai presentati ma il ragazzo si ricordava di averla vista in giro con Pam, all’inizio dell’anno.
    
    Lo spiegò e lesse: ‘Vorrei che la mia bocca diventasse la tua fogna personale” i soliti cuoricini e le due solite lettere puntate: S.L.
    
    Susan’ Susan’ qualcosa’. Damian non si ricordava quale fosse il suo cognome. Mal di poco, non aveva granché importanza. Sorrise. Quella troietta era già sua schiava, ancor prima di avergli visto l’uccello. Nuovo record! Pensò congratulandosi il ragazzo.
    
    Mentre recuperava il saggio sui quartieri della capitale francese, la sua mente era già in piena elaborazione e più ci pensava, più un’ideuzza decisamente azzardata gli danzava in testa.
    
    ‘Ti prego, fa che non ci sia!!’ pensò Susy mentre saliva, tra le ultime, sull’autobus della scuola alla fine delle lezioni pomeridiane. Aveva ...
    ... passato la pausa pranzo chiusa in bagno per evitarlo ma in qualche modo doveva rincasare. Sperò con tutta sé stessa che fosse andato a casa prima o che si fosse fatto venire a prendere o’ non lo sapeva nemmeno lei e tutto sommato non si stupì più di tanto quando lo vide seduto in quarta fila. Si bloccò, impalata come uno stoccafisso. Ragazzi e ragazze chiacchieravano e scherzavano normalmente in quel soleggiato giorno di inizio aprile. Nessuno la notò. Nessuno a parte lui che la guardava con un’espressione indecifrabile sul viso. La portiera dell’autobus si chiuse e l’autista la invitò ad accomodarsi. Prigioniera in quella gabbia, mosse un primo timido passo. Lui le fece un cenno con la mano, a salutarla. Lei ingoiò e non gli rispose. Raccolse una buona dose di coraggio e marciò nel corridoio, passandolo senza guardarlo, tra il vociare degli altri, ed andò a sedersi in fondo. Quanto sarebbe voluta essere invisibile in quel momento. Non aveva mai provato tanta vergogna in vita sua. Perché l’aveva fatto di nuovo? Chi accidenti gliel’aveva fatto fare di scrivere quelle porcherie sempre più volgari e luride? Si maledisse mille e mille volte massaggiandosi le tempie mentre, con orrore, si accorse che il ragazzo si era alzato, zaino in spalla e camminava verso di lei. Non c’era via d’uscita, non c’era niente che potesse fare e, completamente ammutolita, assistette mentre lui le si sedeva accanto.
    
    ‘Ciao! Tu sei Susan, giusto?’ chiese Damian affabile e tranquillo. Lei esitò, poi ...
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