1. Come parlarne? - Capitolo V


    Data: 28/09/2020, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    ... aveva studiato quei nodi così precisi solo per sostenere la parte? Questa non era Debora. Se si fosse innamorata di un altro, piuttosto che edificare tutto quel teatro, mi avrebbe detto la verità, se non altro per mantenere la fiducia che avevamo costruito insieme nel nostro rapporto nel corso dei dieci anni passati. Fiducia che non le avrei dato se fosse stata una persona falsa. Avrei potuto accettare invece tutta quella messa in scena solo se avesse voluto farmi una sorpresa, o tenermi sulle spine. Un po’ come in quel tragico weekend nel quale lei cambiava look e io capivo quanto la sua assenza nella mia vita mi uccidesse.
    
    Avrebbe detto alle sue amiche del modo in cui stavamo iniziando a vivere il nostro rapporto?
    
    Sì, avrebbe potuto farlo. Ma avrebbero dovuto mostrare di essere degne di una fiducia tale da garantire di non raccontarlo a nessuno nemmeno in caso di rottura definitiva dell’amicizia. In una situazione quindi, nella quale nemmeno il desiderio di vendetta avrebbe superato il valore attribuito alla loro vecchia amicizia o al rispetto normalmente dovuto alle persone. Cosa che tra donne è molto rara. Questo mi dava una ragionevole sicurezza che non lo avrebbe raccontato. Oltre al fatto che lei stessa mi aveva detto che pensarmi legato sarebbe stato qualcosa di suo personale.
    
    Ma questi pensieri erano poca cosa rispetto al vero problema che era la fonte di tutte le mie preoccupazioni. Ovvero come renderla felice. Avrei potuto dare tutto e non renderla ...
    ... felice. Avrebbe potuto essere felice con un altro ragazzo che la trattava male. Avrei potuto riversare su di lei un oceano d’amore e lei avrebbe potuto rifiutarlo per decidere di preferire le poche gocce di acqua sporca che le avrebbe dato il figlio del fioraio. Il solo pensiero era devastante. Avrei potuto farci qualcosa? La risposta a questa domanda, stranamente, mi diede pace. E la risposta era un no. Non avrei potuto farci nulla, proprio perché non dipendeva da me. Dipendeva esclusivamente da lei. Allora ritornò alla mente un’altra domanda, domanda che mi ero già posto in passato, ma di cui non avevo ancora una chiara risposta. Cos’avevo io in più degli altri? Perché io? Lei diceva che mi amava, che le piacevo per diversi motivi, ma queste erano risposte che avrebbe potuto dare da un momento all’altro per qualsiasi altro ragazzo, o addirittura per i vari attori famosi di film romantici, che tanto amava. Allora cosa la spingeva a stare con me?
    
    Sentii il bisogno di andare in bagno. Ma sopportai. Cercai invano una risposta al problema. Guardai fuori dalla finestra, per cercare di capire che ora potesse essere. Ma vedevo solo una striscia di cielo, la quale non fece altro che ricordarmi la mia condizione di prigioniero.
    
    Ritornai a pensare a Debora, che godeva per la mia condizione. Poi la ripensai vestita in nero. Decisi di soffermarmi su quell’immagine, sui suoi stivali lunghi, sul suo portamento sicuro, sul suo fisico esaltato dal corpetto, sui suoi capelli a coda alta, da ...
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