1. Come parlarne? - Capitolo V


    Data: 28/09/2020, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    ... di passare la pianta del piede destro sopra la mia bocca, facendomela leccare diverse volte, dal tallone fino alle dita. Ero eccitatissimo e nonostante la lentezza con cui stimolava il mio basso ventre, sentii che presto sarei arrivato al culmine.
    
    “Debora, potrei arrivare presto…”
    
    “Vieni quando vuoi…”
    
    Cambiò piede lasciandosi leccare anche l’altro. Sentii una nuova scarica di piacere pervadere tutto il mio corpo. Il piede che non era sulla mia bocca era appoggiato sui miei occhi. Ero stimolato da più parti contemporaneamente. Continuavo ad ansimare e a gemere per l’intensità delle sensazioni che Debora mi trasmetteva.
    
    La sentii muoversi ancora, senza però riuscire a vedere cosa facesse. Dopodiché fui pervaso da un’ondata di estremo e intenso piacere, che partiva dal basso ventre. Debora aveva deciso di prendermelo in bocca.
    
    Non potei più reggere. Fu come se tutti i centri del mio piacere fossero stimolati al massimo nello stesso momento. Fu un piacere violento e obbligato, come se venissi spremuto. Persi il controllo.
    
    “Debora… spostati…” gemetti.
    
    Ma non mi sentì.
    
    “Debora!” non riuscii a dire altro.
    
    Sentii che il mio pene era pronto e la base iniziò a premere. Tutto accadde istintivamente. Mi inarcai, inspirando intensamente l’odore dei piedi di Debora, cosa che produsse ulteriori stimoli.
    
    Rimasi bloccato in quella posizione per qualche istante. Per qualche ragione, nonostante la pressione non partì nulla al momento giusto. Il mio respiro rimase ...
    ... bloccato.
    
    Poi là in basso qualcosa partì.
    
    Ma troppo lentamente.
    
    Tentai di trattenermi, ricordando che Debora lo aveva in bocca. Non volevo farglielo ingoiare.
    
    Rimasi inarcato, senza respiro. Non riuscivo ad espirare, né ad inspirare. Iniziai a temere di soffocare.
    
    Piano piano qualcosa salì lungo la canna.
    
    Debora, togli la bocca, pensai.
    
    Giunse alle mie orecchie un grido, roco, sofferente. Lo sentii ovattato, come fosse lontano. Ma era il mio.
    
    Ci provai, ma mi fu impossibile resistere.
    
    Il piacere che Debora mi diede con la bocca fu proprio quello che mi costringeva inesorabilmente all’orgasmo.
    
    Schizzai.
    
    Il mio pene esplose il suo liquido ed io mi sentii sommerso dalla goduria.
    
    Sentii il mio grido di intenso piacere a piene orecchie. Poi, finalmente, inspirai profondamente e tornai a dare aria ai polmoni.
    
    Mi ci volle qualche istante per riprendermi, ma ero in pena per aver schizzato in bocca a Debora.
    
    “Debora, non mi hai sentito prima?” domandai, mentre riprendevo il controllo, ancora ansimante.
    
    Usò la carta igienica per aiutarsi a sputare il mio sperma.
    
    “Sì,” rispose, una volta pulita, “ti ho sentito benissimo.”
    
    “Dico quando stavo arrivando…”
    
    “Ho capito” continuò, “non preoccuparti. Lo volevo.”
    
    La guardai sorpreso. Lo aveva fatto per me, o le piaceva?
    
    Ma fu invece lei a domandarmelo: “Ti è piaciuto?”
    
    “Oh sì!” dissi affannato ed esausto, ma entusiasta. “Non me lo scorderò mai!” sospirai.
    
    Ed infatti non me lo potrò ...