1. L'Elementalista ( 7 di 8 )


    Data: 10/08/2020, Categorie: pulp, Autore: Hermann Morr, Fonte: EroticiRacconti

    ... quest'ultimo viale però non era limitato da un muro di cinta, ma si apriva su un'ampia area di prati percorsi da una quantità di dossi e collinette, tutte piccole, ma ripide.
    
    C'erano anche persone, qualcuno passeggiava, altri seduti sull'erba all'ombra di uno dei pochi alberi, chi stava steso a prendere il sole, Tutto trasmetteva una sensazione di grande pace, un luogo dove si potevano dimenticare le preoccupazioni.
    
    Legno, sempre da dietro, gli parlò all'orecchio.
    
    " Lo riconosci questo posto ? "
    
    " Eccome, è uno dei primi sogni che ricordo. Salivo di corsa sule colline e poi saltavo di sotto e planavo come un aliante, ne avrei volute sempre più alte.
    
    In questi giorni sono tornato qualche volta a vederlo, ma non sono riuscito a volare come da piccolo. "
    
    Lo abbracciò da dietro, lo fece girare verso di lei, gli toccò la punta del naso col suo.
    
    Senza il borsone in mezzo a ingombrare sarebbe stata una bella immagine.
    
    " Adesso però hai imparato a cedere, sei anche tu Legno-che-si-piega-nel-Vento, puoi riuscirci. Io però non posso accompagnarti oltre, devi andare da solo. "
    
    Si sfiorarono appena le labbra un'ultima volta, non rimanevano cose da dire, lei proseguì per la strada e lui uscì dall'asfalto per addentrarsi in quel prato.
    
    Visti da vicino tutti quei dossi non erano ripidi da ogni lato, c'erano punti in cui un pendio più dolce, coperto da un tappeto d'erba viva, permetteva di salire alla cima senza difficoltà. Su altri lati i fianchi terrosi ...
    ... cadevano bruscamente lasciando spazio per dei bei salti dall'alto. Lasciati i bagagli vicino una fontanella provò qualche salto più facile, poi si mise a correre giù dai sentieri per prendere velocità.
    
    Come nel sogno di tanto tempo prima i colli non erano mai abbastanza alti e le discese mai abbastanza lunghe.
    
    Così quando arrivava in fondo staccava da terra i piedi e si lasciava portare dalla sua spinta, il gioco era di durare il più possibile prima di essere ripreso dalla terra.
    
    Nel mondo materiale non sarebbe stato possibile.
    
    Ma in quel luogo e in quel momento lo era, e tanto si divertiva che dimenticò di avere uno scopo.
    
    Fu solo allora che si rese conto di un'altra presenza.
    
    Alzò gli occhi. La Salamandra era venuta veramente a cercarlo, stava seduta sul ramo di un albero e dondolava le gambe. Aveva una felpina grigia col cappuccio dietro,e i cordoncini, pantaloni aderenti di seta gialla, piedi nudi.
    
    " Posso giocare anch'io ? "
    
    Senza aspettare risposta saltò dal ramo e si inseguirono. poi duellarono con dei rami, si tuffarono dalle cime dei dossi. Fecero girotondo fino a perdere l'orientamento per fare moscacieca, ma finirono a doversi sostenere a vicenda con le teste che giravano.
    
    " Giro giro tondo casca il mondo... "
    
    Mentre il mondo cascava le loro lingue in qualche maniera si erano incontrate, l'orientamento al suo ritorno li trovò in ginocchio a baciarsi e non era possibile ricordare chi avesse cominciato.
    
    E mentre si baciavano lei di sua ...