1. Come un feticista divenne schiavo


    Data: 10/08/2020, Categorie: Feticismo Autore: Subby, Fonte: EroticiRacconti

    Eri bellissima quella sera.
    
    Perso nei miei pensieri ti osservavo divertirti con gli altri nostri compagni di corso, stretta in quel vestitino che metteva in risalto le tue forme in cui, sin dal primo momento, mi perdevo durante le notti solitarie. E poi quei tacchi meravigliosi, décolleté 15cm e neri, che slanciavano ancora di più la tua figura, ergendoti al di sopra di tutte le altre donne presenti alla festa. Ero talmente tanto imbambolato che neanche mi accorsi ti fossi avvicinata a me, solo la tua voce mi fece tornare alla realtà
    
    "Ehy Da, c'è qualcosa che non va? ti vedo un po' perso"
    
    la voce mi trema un po', sia perché fossi leggermente brillo, sia per l'emozione
    
    "ma no Lucy, tutto bene, ero solo perso nei miei pensieri, sai l'alcol..."
    
    "me ne sono accorta, non hai smesso di fissarmi tutta il tempo mentre ballavo" mi disse ridendo
    
    credo di essere diventato tutto rosso, ma dovetti ammettere che era vero, la stavo mangiando con gli occhi fino a qualche secondo prima.
    
    "senti ti va di prenderci qualcosa da bere?" mi chiese
    
    "volentieri, ma dopo mi concede un ballo?" le risposi scherzosamente, e lei accettò. Prese un Martini, mentre io risvegliai i miei sensi con un paio di shottini e un Long Island; mentre I nostri drink finivano iniziammo a parlare, un po' di tutto, dall'infanzia al liceo, e senza rendercene conto i drink sono diventati più o meno 6. Eravamo entrambi ubriachi, ma Lei volle comunque mantenere la promessa e mi trascinò a ballare; ...
    ... senza più freni inibitori, si strusciò su di me, facendo pressione con il suo delizioso culetto sodo sul mio cazzo, che nel frattempo stava per esplodere chiuso nei pantaloni. Avvicinandosi mi bacia sul collo, per poi raggiungere le labbra, ci baciamo, mentre con una mano mi stringeva il pene e con l'altra mi teneva stretta a sé. Per fortuna abitava poco lontano dal locale, così potemmo spostarci a casa sua a piedi, la macchina l'avrei ripresa il giorno dopo.
    
    Mi fermai a vederla salire le scale: quel metro e sessanta di pura esplosività, alzato grazie ai tacchi, era finalmente a mia disposizione: il suo culo dondolava mentre saliva e, accorgendosi di essere da sola si voltò, facendo sobbalzare quella terza abbondante di tette che mi aveva sempre attirato da morire. Con un'espressione da porca mi invita a salire, e con un po' di difficoltà riesce a far entrare la chiave e apre la porta. Appena dentro si toglie il vestito e mi si lancia addosso, spingendomi di forza contro il muro: inizia a baciarmi e a toccarmi, sembra sia lei a voler guidare il gioco, e a me sta benissimo, ho sempre avuto un indole da sottomesso, soprattutto per le donne con i tacchi e dei piedini da favola.
    
    "vieni con me, ho voglia di divertirmi" e mi trascina per la cravatta fino al suo soggiorno, mi toglie i pantaloni e finalmente il mio cazzo è libero dalla sua prigione; inizia a massaggiarmelo, osservandolo e valutandolo, per poi prenderlo in bocca iniziando a succhiare.
    
    Gemo. Sento la sua lingua ...
«123»