1. Serena


    Data: 06/08/2020, Categorie: Anale Dominazione / BDSM Masturbazione Autore: MisAlys, Fonte: xHamster

    1. capitolo
    
    Serena, dalla sua postazione dietro il ridotto bancone del negozio, sorrise brevemente al tizio che la fissava dalle vetrine. E, come spesso accadeva con altri, l’uomo si sentì appagato e scomparve velocemente.
    
    Beh, comunque un che di lusinghiero c’era sempre.
    
    Del resto, appariva già più giovane dei suoi 39 anni nei giorni normali, tutti glielo dicevano e, in quella mattina in cui aveva trovato il tempo di mettersi un filo di trucco prima di uscire di casa, arrivava a dimostrare non più di trent’anni. E senza nemmeno avere un look ricercato, semplice maglia aderente, e un pantalone sportivo.
    
    Serena, un viso dall’incarnato pallido, sorriso squisito incorniciato da labbra morbide, con lunghi capelli scuri, il tutto abbinato ad un corpo formoso ma non di certo robusto, in definitiva si considerava una bella donna, considerando i ripetuti sguardi che i più tentavano di rubarle… e, naturalmente, quelli che “bacchettava” silenziosamente lei quando sorprendeva gli uomini in aperta concentrazione sulle forme del suo seno, una bella quinta che lei giocava a far intuire nel suo modo di vestire, ma che non ostentava in maniera volgare.
    
    Era bello provocare, non fare la figura di puttane da strada.
    
    Anche perché, il posto di lavoro è il posto di lavoro.
    
    Ed al suo, lei teneva.
    
    Rifletteva su questo, mentre gli occhi tornavano al pc, posizionato sul bancone del negozio.
    
    Il punto vendita era situato all’interno di un centro commerciale, decisamente ...
    ... frequentato, in cui Serena si dedicava alla vendita di capi di abbigliamento, maschili e femminili, accessori compresi, non certo dozzinali, anzi, di un certo livello, come qualità e, ovviamente, come prezzi.
    
    Forse per via di questi ultimi, nei due mesi appena trascorsi, il lavoro languiva.
    
    Se ne preoccupava, certo, e in maniera continuativa, perché, sebbene fosse solo un gestore di quel punto vendita, per cui alla fine, una dipendente, lo sentiva una sua creatura, qualcosa che aveva tirato su lei con le sue forze.
    
    In breve, quello che faceva, le piaceva.
    
    Le dava soddisfazione, soprattutto se confrontato alla vita a casa, la noiosa vita coniugale, fatta di un tran tran quotidiano con un marito attento sì, ma non proprio a tutti i suoi bisogni, specialmente quelli riguardanti il sesso.
    
    Sporadici rapporti, monotoni, che sapevano più di un timbrare il cartellino che di far l’amore.
    
    E sì che nello sguardo di lei, pensava Serena, doveva intuirsi la fame… la voglia di sperimentare e di essere presa…
    
    Ecco.
    
    Ecco ancora quell’umido all’interno dei pantaloni leggeri…
    
    Ed il computer era lì.
    
    Finalmente, dopo essere stato per quattro giorni in assistenza, quella mattina l’avevano riportato, e c’era tempo per fantasticare un po, mentre di clientela non se ne vedeva all’orizzonte.
    
    Giusto un po di tempo, non troppo, visto che alle undici sarebbe arrivata la grande S., che in teoria doveva stare per “supervisore”, ma che in realtà, agli occhi di lei, significava ...
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