1. Convivenze


    Data: 12/07/2020, Categorie: Autoerotismo Etero Sensazioni Autore: AsterNene, Fonte: RaccontiMilu

    ... e sperma mischiarsi e lubrificarmi in profondità ed aumentai il ritmo seguendo il suono umido del pene che scivolava dentro di me, fino a raggiungere la bocca dell’utero con la sua cappella.
    
    Venni con un ansito quando il ragazzo si svuotò nuovamente, ma continuai il mio movimento ritmico costringendolo ad adeguarsi alle mie richieste e facendolo venire di continuo, fino a quando non fui sicura di avergli svuotato i testicoli completamente.
    
    I suoi gemiti erano diventati un lamento roco e soddisfatto, le sue mani si aggrappavano ancora alle mie natiche con forza mentre mi alzavo, facendo colare parte dello sperma e dei miei umori sul suo pene ormai soddisfatto.
    
    Mi inginocchiai, usando la bocca per pulirlo, gustandone il sapore forte e beandomi della sensazione di calore e appagamento che per il momento mi riempiva il ventre, dopo cdi che mi allontanai per lasciarlo ricomporre infilandomi la canotta e tornando verso l’angolo cottura. Il the era ormai freddo ma ne bevvi qualche sorso mentre il ragazzo si rivestiva in silenzio, ancora scombussolato.
    
    Nel complesso l’esperienza era stata piacevole e intensa, ma ben lontana dai focosi amplessi che mi servivano per essere completamente soddisfatta. Il problema non era la durata in questo caso, ma l’inesperienza del ragazzo. Era sempre eccitante “prendersi cura” di un giovane così innocente, magari anche di una vergine, ma cominciavo a desiderare un partner in grado di stupirmi e di gestirmi…
    
    Lo accompagnai alla porta ...
    ... qualche minuto più tardi e lo salutai facendogli l’occhiolino dopo aver firmato la bolla per il ritiro del pacco della mia vicina. Nonostante tutto mi rispose con un sorriso gentile e le guance di nuovo imporporate facendomi scappare una risata felice.
    
    Forse sarebbe tornato a trovarmi, quando si fosse stancato della sua mano o della sua ragazza, ma in quel momento era troppo imbarazzato per farmi la domanda che gli occupava la mente e gli si leggeva negli occhi, così si limitò a voltarsi mentre scendeva le scale guardandomi un paio di volte, indeciso.
    
    Chiusi la porta scuotendo la testa, ma mentre andavo in bagno per una doccia ancora sorridevo. Solo quando passai davanti alla camera mi ricordai del guardone del palazzo di fronte. Andai a controllare la finestra ma dello sconosciuto non c’era più traccia. Senza neanche pensarci presi un foglio dalla scrivania per lasciargli un messaggio, attaccato al vento della finestra. Non sapevo se e quando lo avrebbe letto, ma scrissi comunque un invito per il prossimo lunedì mattina, con tanto di orario nel caso volesse guardarmi ancora.
    
    Inutile dire che il mio sorriso si era allargato mentre la mia mente vagava tra le idee che si rincorrevano su quello che avrei potuto mostrargli quel giorno.
    
    La serata era piacevolmente tiepida, con un’arietta frizzante che trasportava le nuvole lontano dalla città, lasciando il cielo terso. Era finalmente arrivato il weekend, con le sue promesse di svago e piacere, anche se per chi lavorava ...
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