1. Cadorna, stazione di Cadorna (capitolo 20)


    Data: 28/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mister Pink, Fonte: EroticiRacconti

    ... fermata di Inganni” rispose Silvia.
    
    “Andiamo, Stefano”.
    
    “Ma non mi liberate adesso?” provò a chiedere Silvia che in quella posizione, le mani dietro la schiena non stava molto comoda.
    
    “Quanta fretta…” ridacchiò Stefano, mentre con una mano iniziava ad accarezzare la coscia sinistra. Piano piano, mentre la Milano notturna scorreva al di là del finestrino, la mano si fece strada tra le cosce di Silvia, che suo malgrado fu costretta ad allargarle, fino a quando le dita raggiunsero la sua figa.
    
    “Ti prego, bastaaa…” sussurrò Silvia, gettando la testa all’indietro mentre le dita tornavano a farsi strada dentro di lei.
    
    “Ma non ne hai mai abbastanza, sei fradicia, lo senti?” le disse beffardo il poliziotto. Un attimo dopo, la stretta che le afferrò i capelli le fece capire che per quella sera non era ancora finita. Trascinata verso il basso, Silvia si ritrovò con la faccia puntata verso il bacino del poliziotto che, estratto il cazzo dai pantaloni, glielo infilò senza troppi preamboli in bocca.
    
    “E guai a te se mordi” le disse, mentre tenendola per i capelli iniziò un lento su e giù sempre più profondo.
    
    Le mani imprigionate, il corpo senza equilibrio, Silvia era costretta a ingoiare sempre più profondamente il cazzo, con il poliziotto che si divertiva a rendere sempre più lunghe le discese e sempre più rapide le risalite, con la saliva che fuoriusciva copiosa, i singulti a ogni respiro, la bava a ricoprire il cazzo.
    
    “Hai una bocca fantastica” le disse il ...
    ... poliziotto, sollevandola per i capelli fino a quando le due bocche si trovarono di fronte. La baciò di un bacio intenso, maschio, feroce, poi quando si staccò e Silvia aprì la bocca per aspirare a fondo, le sputò violentemente in bocca prima di riabbassarla e spingere nuovamente il cazzo nella sua gola. Dopo pochi minuti, con Silvia che a ogni attimo temeva di soffocare, una spinta ancora più vigorosa della testa le fece capire che il poliziotto era vicino all’orgasmo.
    
    “MMmmghhhhhhhh” cominciò a mugolare Silvia in apnea, complice le dita dell’altra mano che le avevano chiuso il naso, mentre la sborra le invadeva la gola. Quando ormai credeva di, se non morire, sicuramente svenire, la mano che le tirava i capelli le permise di tornare a respirare. Tra violenti colpi di tosse e disperati tentativi per non vomitare, le lacrime agli occhi, Silvia venne rialzata seduta, mentre la mano del poliziotto tornava a esplorare la sua fica.
    
    “Sei fortunata, siamo arrivati ­- il secondo poliziotto interruppe l’idillio -. Dove hai la macchina?”.
    
    Gli occhi lucidi, la mente disorientata, Silvia ci mise qualche secondo a capire dove far dirigere la Punto. La strada deserta, pochi lampioni a illuminarla, il primo poliziotto fece girare Silvia, dopodiché le liberò i polsi dalle manette, mentre il suo collega le apriva la porta. La accompagnò alla macchina, ma mentre Silvia cercava le chiavi la fermò.
    
    “Devo pisciare!”.
    
    Silvia lo guardò imbambolata...
    
    “Su, cosa aspetti, tiramelo fuori ...