1. Cadorna, stazione di Cadorna (capitolo 20)


    Data: 28/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mister Pink, Fonte: EroticiRacconti

    20- Le manette
    
    “Oddio, è adesso come faccio a tornare a casa?”. Disperata, Silvia quasi scoppiò a piangere mentre con un gesto rapido si rialzava dalla scrivania. Con una mano cercava di pulirsi almeno un poco la faccia mentre andava a caccia dei vestiti. Raccolse mutandine e reggiseno e stava per indossarli quando il primo poliziotto la fermò.
    
    “Mi spiace, ma questi, per ora, li teniamo noi” le disse con un sorriso beffardo, enfatizzando le parole su quel “per ora”. Glieli strappò di mano poi, con un gesto quasi pietoso, con quel poco di stoffa del perizoma le pulì in maniera appena decente la faccia. Tracce di mascara le allungavano la forma degli occhi, i capelli impiastricciati la facevano sembrare Cameron Diaz in Tutti pazzi per Mary. Quando le mutandine furono belle impiastricciate, gliele mise davanti alla bocca.
    
    “Fai la brava, su, pulisci”.
    
    Ormai completamente umiliata, Silvia tirò fuori la lingua e obbedì.
    
    “Adesso rivestiti” il secondo poliziotto le gettò il vestito. Mentre con le mani tremanti Silvia allacciava un bottone dopo l’altro, cercando di non fare attecchire troppo il vestito al corpo ricoperto di sperma, i due poliziotti si guardarono.
    
    “L’ultima metro è partita, ti portiamo noi a casa”.
    
    “No – esclamò spaventata Silvia -! Cioè, volevo dire che io ho la macchina parcheggiata vicino alla fermata. Potreste magari lasciarmi là” finì la frase con gli occhi bassi.
    
    “Va bene – rispose il primo poliziotto -. Però mica possiamo portarti in ...
    ... giro così vestita, ti pare? Sporca di sborra, mezza nuda…cosa penserebbe la gente?”.
    
    “Ma…io….”
    
    “Zitta. Vieni qui e girati” le rispose.
    
    Quando Silvia obbedì, il poliziotto le afferrò le braccia e…dopo un paio di secondi nella stanza risuonò il click delle manette che si chiudevano attorno ai suoi polsi.
    
    “Ma cosa fate? Avevate promesso che…”.
    
    La sberla del secondo poliziotto le spezzò la frase in gola.
    
    “Ti abbiamo detto di non parlare se non interrogata. Comunque fidati. Dobbiamo salvare le apparenze, non credi? Cosa credi che penserebbe la gente se ti vedesse camminare normalmente al nostro fianco? Se invece ti vede ammanettata in te vedrà solo una puttana che è stata arrestata per prostituzione in luogo pubblico. E non andrà comunque lontano dalla verità” concluse ridendo.
    
    Due minuti dopo, tra i due poliziotti e sotto lo sguardo di qualche ritardatario, Silvia saliva a testa bassa le scale che portavano in Piazza del Duomo, bellissima nelle luci di quella sera, per venire scortata verso la Punto civetta della polizia parcheggiata davanti all’ingresso della Galleria.
    
    “Entra” le disse il primo poliziotto abbassandole la testa e facilitandone l’entrata sul sedile posteriore. Nel piegarsi, lo spacco del vestito regalò la visione della sua fica lucida a una coppia che passava. Chiusa la porta e gettate le chiavi al collega, il primo poliziotto aprì la portiera dell’altro lato.
    
    “Dove hai lasciato la macchina?” le chiese.
    
    “In una traversa vicino alla ...
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