1. Tabù


    Data: 28/06/2020, Categorie: Etero Incesti Autore: iprimipassi, Fonte: RaccontiMilu

    ... con foga, forza, violenza. Venne ben prima di me e, ancora scossa dagli spasmi, pensò bene di tornare ad inginocchiarsi, imboccando il mio membro ricoperto dei suoi umori, e stimolandolo fin quando non le inondai letteralmente la bocca del mio seme. Quella fu la prima di tante altre volte. Un anno dopo si sposarono, ebbero dei figli, vissero la vita insieme che tanto sognavano. E io li aiutai a colmare la loro piccola lacuna, prendendomi cura di quella donna esplosiva ogni volta che il suo corpo reclamava di essere soddisfatto. Il che, per mia fortuna, accadeva con cadenza quasi quotidiana.
    
    Oggi, il suo sguardo e la vista del suo corpo, hanno rischiato di distrarmi più d’una volta mentre parlavo al microfono. Ho avuto in più occasioni la sensazione di perdere il filo del discorso, di non sapere che dire. Nessuno, però, sembrava averlo notato. Nessuno tranne me. E lei, ovviamente. Lei, decisamente divertita dai miei tentennamenti, seduta a pochi metri, a rivolgermi il suo consueto sorrisetto malizioso e insolente. Mi innervosisce e mi eccita al tempo stesso. E lo sa bene. Ci gioca, la stronza. Sa che facendomi inquietare, mettendomi così in imbarazzo in pubblico, l’effetto sarà quello di farmi venir voglia di sbatterla con ancora più intensità del solito. Per punirla, in teoria. In pratica, invece, è solo un alibi per lasciarci andare come piace a entrambi.
    
    Sono passati quindici anni da quella prima volta. Quindici anni di rapporti frequenti, intensi, spesso brutali. ...
    ... E ancora mi eccita come il primo giorno. Il mio corpo, però, da un po’ ha iniziato a non tenere il passo dei miei desideri. Oggi, per fortuna, sono in forma. Ma ricordo quasi con imbarazzo la prima volta che il mio pene proprio non volle saperne di collaborare. Tre volte in un giorno, per un sessantenne, sono davvero troppe. Dovetti dare forfait. Ma lei era troppo carica. Eccessivamente carica. Tanto da non disdegnare di lasciare in pace il parroco e sfogarsi con uno dei due presbiteri. Che, a sua volta, non finse neppure di volersi sottrarre a quel gradevole onere.
    
    Da allora, i presbiteri sono cambiati. Non lo è, invece, l’abitudine di cederla a loro quando proprio non mi sento in grado di soddisfarla a pieno. Del resto, in questo modo risolviamo i problemi di tutti. Lei e suo marito sono liberi di rafforzare la loro intesa spirituale e il loro amore. Io e i miei collaboratori troviamo la pace dei sensi in maniera sicura e gratuita, senza dilapidare in prostitute i soldi delle offerte. Tutte le persone coinvolte, inoltre, hanno interesse a tenere il massimo riserbo. E, ciliegina sulla torta, sono tutte maggiorenni, cosa lodevole di questi tempi. Tutto perfetto, insomma.
    
    Una volta, se lo ricordo ancora ci rido su, lei mi chiese come mi ponessi nei confronti del voto di castità. E’ un po’ l’errore che fanno tutti, quello di fare confusione su questo passo. ‘Non è di castità, ma di celibato’, le dissi sorridendo, appena prima di spingerle in gola il mio membro teso allo ...