1. Libera


    Data: 23/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Bianca2019, Fonte: EroticiRacconti

    Mattina, l’aria è fresca finalmente. Le piace sentire il freddo sulla pelle, è gradevole, pulito, sano.
    
    Posteggia sul piazzale semideserto. Dopo un attimo di immobilità al volante, sguardo nel vuoto, scende dalla macchina: pantaloni neri, stivaletti tacco basso, una maglia semplice, giacca, borsa.
    
    Una donna qualunque, trucco curato. Faccia seria, concentrata.
    
    Guardando l’edificio che ha davanti, rivolge il telecomando verso l’automobile, la chiude distrattamente e a grandi falcate, decisa, determinata, varca la soglia del palazzo, salutando con un cenno il portiere curioso.
    
    L’uomo segue le movenze della donna con occhi viziosi, un lampo di malizia sulla punta della lingua che fruga l’angolo della bocca, a metà fra il disprezzo e la bramosia.
    
    Ipotesi che si tramutano in immagini nella sua mente, uno sbuffo fra le labbra, un vago cenno di diniego e torna ad occuparsi della rivista di parole crociate che ha davanti al naso.
    
    12 verticale, 9 lettere “Emozione che spinge alla ricerca di ciò che soddisfa e dà piacere”.
    
    Porca merda questa è difficile ….
    
    La donna sale tre piani di scale a piedi, le piace fare movimento e odia gli ascensori, la loro scarsa disponibilità di spazio e i loro brutti specchi in cui non riesci a riconoscerti.
    
    Entra nell’appartamento, piccolo ed essenziale. Pulito, caldo e profumato.
    
    Uno sguardo all’orologio. Toglie le scarpe che mette nell’apposito mobile all’entrata, si avvia in bagno, si lava le mani e inizia a spogliarsi. ...
    ... Deve pulirsi, dentro e fuori. Lui vuole così.
    
    Uscita dalla doccia si avvolge nel tepore di un asciugamano che odora di lavanda. Non ha possibilità di guardarsi poiché in quell’appartamento non ci sono specchi. Spera di aver tolto dal volto ogni segno di trucco.
    
    Nuda e vuota si avvia al centro della sala. Un divano, un tappeto e un gancio al soffitto dal quale pende una corda.
    
    Nell’ombra della stanza, semioscurata dalle tende che filtrano una luce già grigia di suo, la donna si inginocchia al centro del tappeto, sotto il gancio, sotto la corda che pende sulla sua testa.
    
    Le spalle all’entrata, le ginocchia aperte, le mani in grembo.
    
    Una statua in attesa.
    
    Passano i minuti, lenti, lei immobile. Non è dato sapere a cosa pensi e se pensi.
    
    Aspettative, ricordi, rimorsi, fantasie, lavoro, musica.
    
    Immobile.
    
    Solo un piccolo sussulto quando sente delle chiavi aprire la porta.
    
    Vorrebbe voltarsi ma non ha il permesso di farlo.
    
    Sta ancora lì, ferma, occhi chiusi, viso rivolto al pavimento, orecchie tese ai rumori e ai movimenti che sente intorno a lei.
    
    Non una voce, nessuna carezza.
    
    Un cappuccio a coprirle la testa ma non la bocca, un collare che si chiude intorno alla gola ed un guinzaglio che le impone di salire in piedi, a gambe aperte naturalmente. Il padrone è arrivato, vietato chiudere l’accesso alla fica.
    
    Rimane in piedi così, non le è stato ordinato altro.
    
    Ha la percezione di essere circondata ma non riesce a capire quante persone sono. Non ...
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