1. ALLA FERMATA DEL 116


    Data: 31/12/2019, Categorie: Etero Autore: fiordinorma, Fonte: RaccontiMilu

    ... che mi stava facendo, sapeva di avere tutto il tempo, infatti mi posizionò la gonna sollevata ai fianchi, scoprendomi completamente il culo, poi insinuò la mano destra dentro lo slip molto leggero, accarezzandomi le chiappe, le dita tra il solco delle natiche rintracciarono il mio buchetto posteriore, che al contatto sembrò richiudersi, per poi rilassarsi, lo sfiorò poi prosegui sulla fessa, mi penetrò nella vagina inzuppata di umori, roteò le dita al suo interno, raccogliendo il mio liquido vaginale. Ancora sull’ano, con il dito bagnato della mia stessa sborra, me lo ficcò nel culetto, mi ci entrò facile, di nuovo lo roteò
    
    all’interno, come se lo preparasse per qualcosa di più consistente,. Stavolta mi abbassò la mutanda,
    
    a culo scoperto ricevetti tra le natiche il suo arnese, si strusciò su di esse poi prese la via della fica, un niente, e la cappella scivolò dentro ingoiata dalla mia vagina, premetti con il corpo contro il suo bacino per riceverlo tutto dentro. Mi stava chiavando sull’autobus incurante della folla attorno a noi, peraltro nessuno badava a noi, godevo forte, ma dovevo trattenere per non essere notata, l’uomo di cui non so nulla, se giovane o anziano, bello o brutto ...
    ... alto o basso’.ecc’., sapeva il fatto suo.
    
    Tolse il cazzo dalla fica e inzuppato come era lo puntò deciso tra le chiappe sul mio bel buchetto, nonostante la pressione esercitata da lui, non mi volle entrare, io lo volevo nel culetto ma benché disposta e partecipe il cazzo si strozzava all’ingresso dell’ano, piegandosi senza forzare lo sfintere, il quale offriva tutta la resistenza possibile, perché la posizione non era buona. A chiappe strette, in piedi, non ci fù verso di prenderlo nel culo, il cazzo si posizionò definitivamente tra il solco, fino a che un fiotto di sperma mi bagnò il sedere, una lunga sborrata sul mio culo pose termine alla
    
    Scopata. L’uomo fatto ‘i fatti suoi’ strofinò per un’ultima volta il cazzo sulle chiappe, come a pulirlo dai residui di sperma, ormai afflosciato lo ripose nei pantaloni, a me, rialzò la mutandina, mi riabbassò la gonna e con una pacca sul sedere mi salutò scendendo alla prima fermata.
    
    Scesi dall’autobus, soddisfatta e appagata, nonostante il fastidio della sborra che mi inzaccherava le natiche e l’interno cosce, prosegui il cammino verso casa, felice di custodire nella mutandina quel bene della natura a me così piacevole. fiordinorma@virgilio.it 
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