1. Il testimone dello sposo


    Data: 05/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    Erano ancora le otto del mattino e mancavano diverse ore alla cerimonia, ma Filippo su aggirava per la stanza più agitato che mai. Il vestito da sposo, con tutti gli annessi e connessi era pronto sul divanetto da un lato della stanza. Si era alzato da poco, e si sentiva tutto rintronato. Saranno anche stati i postumi dell’addio al celibato, ma c’era anche qualcos’altro a roderlo dentro.
    
    Stava per sposarsi. Non che avesse cambiato idea, tutt’altro: amava Margherita ed era convinto del passo che stava per fare., ma…
    
    Si sedette sul letto ancora sfatto, poggiò i gomiti sui ginocchi e si prese la testa fra le mani. Se la sentiva pulsare dolorosamente.
    
    Un leggero bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri.
    
    “Sì?”, fece.
    
    L’uscio si socchiuse e un Armando sorridente fece capolino dallo spiraglio.
    
    “Ehi, - disse – Buongiorno.”, ma si fece subito serio, all’espressione rabbuiata dell’amico, seduto ancora in mutande sul letto sfatto.
    
    “Che ti succede?”, chiese preoccupato, facendosi avanti e chiudendo con cura la porta, quasi ad evitare che qualcuno fuori potesse sentire.
    
    Armando era il suo testimone di nozze; abitava poco lontano ed era venuto ad assicurarsi che fosse tutto a posto.
    
    “Non lo so, - rispose Filippo, alzandosi e riprendendo il suo avanti e indietro per la stanza – mi sento agitato.”
    
    “Beh, è comprensibile, stai per sposarti!”
    
    Filippo non rispose, seguitò a fare avanti e indietro, torcendosi le mani.
    
    “Di’ un po’: non sarai mica ...
    ... pentito?”, chiese Armando con tono preoccupato.
    
    “No”
    
    “Quindi non hai intenzione di fare come nei film, che scappi via e lasci la sposa all’altare.”, disse in tono scherzoso.
    
    “Ma che cazzo ti salta in mente!”, sbottò urtato Filippo.
    
    “Calma, scherzavo. È che… e fermati un momento, ché mi fai girare la testa!”
    
    Filippo si fermò tornando a sedersi pesantemente sul letto. Il pacco risaltava voluminoso nei suoi slip stazzonati.
    
    “Che ti succede?”, gli chiese Armando, sedendoglisi accanto e passandogli familiarmente un braccio sulle spalle.
    
    Del resto, erano amici da una vita, abituati a non nascondersi niente… o quasi.
    
    Filippo fece spallucce, ma non si tolse di dosso il braccio dell’amico.
    
    “Non lo so…”, mormorò.
    
    “Non è che sono i postumi della sbornia? Magari se prendi un’aspirina…”
    
    “Ma se non ho bevuto per niente, ieri sera: lo hai visto, mi sono trattenuto. Appena un paio di drink… Sono stato io a riportarti a casa con la macchina, lo hai dimenticato?”
    
    “Comunque, devi rimetterti in sesto per la cerimonia, che mancano… – e guardò l’orologio al suo polso – Cazzo! mancano solo un paio d’ore.”
    
    “Sì, lo so…”
    
    “Dai, vai a farti la doccia, io ti aspetto qui. Poi ci vestiamo e andiamo in chiesa. Dai…”, e cercò di spingerlo ad alzarsi.
    
    Ma Filippo non si mosse.
    
    “Ok, so io quello che ti ci vuole.”, disse Armando e si alzò, ponendosi in ginocchio davanti all’amico.
    
    “Che cazzo stai facendo?”, esclamò Filippo, mentre l’altro gli afferrava lateralmente gli ...
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