1. Per teresa 4 cazzi in 2 buchi sono pochi


    Data: 05/12/2019, Categorie: Etero Autore: Bisexloingoio, Fonte: Annunci69

    La storia che mi è tornata alla mente oggi è una delle tante.
    
    Teresa è un pezzo di ragazza di 34 anni. Vent’anni meno di me.
    
    Conosciuta come?
    
    Booh, l’ho vista un giorno uscire da una banca, io ci dovevo entrare.
    
    Il meccanismo di entrata mi obbligava ad aspettare. Quindi l’ho incrociata proprio quando l’apertura della porta automatica me lo ha consentito.
    
    Che fare quando una ti colpisce?
    
    Qui la filosofia non ci aiuta. “Tutto scorre” diceva Eraclito, “Tutto ritorna” secondo Nietzsche.
    
    Beh ragazzi, mi è venuto in un botto di credere più a Nietzsche.
    
    Ho chiesto una penna alla cassiera della banca, ci ho scritto il mio numero di cellulare, sono uscito di corsa dopo aver aspettato che si riaprisse quella cazzo di porta, mi sono infilato tra le corsie del parcheggio, di corsa…giusto il tempo di vedere lei che se ne stava andando.
    
    Le ho sbarrato la strada, senza prepotenza, guardando verso lei con il capo reclinato da una parte, un mezzo sorriso un po’ imbronciato, le mani in tasca in segno di resa.
    
    Rallentò la corsa della sua auto, abbassò a metà il finestrino: “che c’è, successo qualcosa?” e io “no, questo è il mio numero di cellulare. Chiamami”
    
    Beh, forse trattavasi di ragazza ben educata e gentile, o forse no. Sta di fatto che lei il bigliettino lo prese, lo poggiò sul sedile passeggero e ripartì con molta calma.
    
    Trascorse forse un quarto d’ora, il telefono squillò con numero anonimo.
    
    Era una voce di donna. “Ciao, sono quella a cui hai dato ...
    ... il tuo numero un quarto d’ora fa. Cosa vorresti dirmi?”
    
    “Ti voglio vedere” e lei “cosa ti fa pensare che io accetterò?” e io “intuito maschile, tu hai bisogno di me”
    
    E lei “Quando dovrebbe avvenire quest’incontro?” e io “subito adesso” e lei “ora non posso. Sono una donna sposata, ho una famiglia; aspettami al parcheggio della piscina stasera, alle 18 accompagno le mie figlie, poi vengo da te.
    
    Ho solo un’ora, vediamo che hai da dire”
    
    Trascorse un’infinità di tempo, ma le 18 arrivarono puntuali come lo fu lei.
    
    Salì sul sedile posteriore della mia auto e ci fermammo poco più in là, in una stradina di campagna.
    
    “Cosa dovresti dirmi? Spiegami perché io avrei bisogno di te…”
    
    “Ora ti spiego”.
    
    Salii sul sedile posteriore, senza dire una parola, mi abbassai i pantaloni, afferrai i suoi capelli e la spinsi verso il cazzo. Non reagì, sulle prime strusciò le labbra sul membro, poi le aprì timidamente, sembrava avesse la febbre tanto quelle labbra erano calde, poi pian piano leccò la verga, i testicoli, tutto con molta calma e molta voluttà, dicendo solo “ora lascia stare i miei capelli, non c’è bisogno della forza, faccio da sola, mi piace molto, che pensi?”. Dopo qualche minuto si mise dritta seduta al sedile e iniziò a spogliarsi. Lo feci anch’io.
    
    Facemmo l’amore, senza altre complicazioni, senza nessun’altra dimostrazione di abilità tecnica. Mi disse solo: “Lasciami dentro il tuo sperma, non rischiamo nulla, non preoccuparti, sii solo molto dolce stasera. ...
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