1. Barbara cap. 4


    Data: 04/12/2019, Categorie: Tradimenti Autore: GabryArcangeli, Fonte: Annunci69

    ... nell’utero, come prima la sento impazzire e urlare parole sconnesse mentre spinge il culo verso di me per farmi entrare anche le palle.
    
    Il flusso e’ sempre abbondante, forse meno denso ma ad ogni schizzo la sento singhiozzare, e’ una reazione che mi stupisce di nuovo ma ho ben altro a cui pensare.
    
    Sempre conficcato dentro la faccio distendere sul sedile, resto immobile finche’ il suo pianto non si e’ calmato poi lentamente estraggo il cazzo fradicio.
    
    “Stai distesa un poco ancora altrimenti allaghiamo la macchina”
    
    Mi risponde annuendo con la nuca e rimane distesa come una bambola abbandonata sul sedile. Le accarezzo il sedere per rilassarla e finalmente la sento respirare distesa, trovo i fazzolettini e mi asciugo rivestendomi, meno male che il luogo e’ deserto ma non ci saremmo accorti di nulla nemmeno se ci fosse stata una folla.
    
    Con delicatezza la convinco a sollevarsi, le asciugo gli occhi gonfi e le gote bagnate di lacrime pero’ Barbara ormai mi sorride felice anche se sono un po’ preoccupato per il suo ritorno in macchina visto che ormai si sta anche facendo tardi.
    
    “Te la senti di guidare sino a casa ? Vuoi che ti accompagni ?”
    
    “No Gabry, ti ringrazio ma non preoccuparti, mi sto riprendendo e tra poco saro’ perfettamente in forma e poi, lo sai, dobbiamo restare perfetti sconosciuti.
    
    Non vorrai per caso che ti indichi casa mia !”
    
    Mi viene da ridere, decisamente Barbara sta tornando la donna forte e decisa di ...
    ... prima, ne sono felice. Si riveste e si infila gli slip asciugandosi il seme che le cola tra le cosce “Hai combinato un macello, sto colando come una fontana ma e’ una sensazione cosi’ erotica ! Ne avevo bisogno, un bisogno da perdere la ragione. La femmina ha bisogno di sentirsi piena del maschio”
    
    Decisamente ci siamo ripresi, monta in macchina, la avvia e abbassa il finestrino per salutarmi, ci scambiamo un bacio casto come saluto.
    
    “Ciao Gabriele, sento che ci rivedremo presto ma dobbiamo rispettare i patti, niente coinvolgimenti personali.”
    
    Annuisco e sorrido
    
    “Lo immagini ma ti confesso che non mi chiamo Barbara e non saprai mai il mio nome vero. Sono una signora seria e posata io. Inutile che ti segni la targa e’ una auto aziendale in leasing.”
    
    “Ok Barbara, il tuo nome non mi importa, cosa potrebbe aggiungere al piacere di incontrarti ?”
    
    Nei suoi occhi c’e’ un lampo indefinibile, mi guarda fisso negli occhi e parte sgommando come suo stile sollevando una nuvola di polvere nella carraia, speriamo che arrivi sana e salva da suo marito.
    
    Fatico a riprendermi dal torpore, ormai il sole e’ tramontato e il pioppeto e’ silenzioso e scuro, sento scorrere la corrente del grande fiume poco lontano ed e’ un sussurro famigliare, non ho voglia di andarmene ma lentamente me ne faccio una ragione.
    
    Esco dalla carraia e riprendo la strada pensando a Barbara, un uragano, un temporale estivo breve ma sconvolgente.
    
    Gabriele Arcangeli
    
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