1. EICMA-da hostess


    Data: 09/11/2019, Categorie: Lesbo Sensazioni Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu

    ... un’evidentissima strizzata alla chiappa destra di Natal’ja, che sobbalza, si scosta, e tira un sorriso assolutamente da panico. E’ troppo, allungo qualche passo deciso sul palchetto mentre prendo il cicalino.
    
    dico cortesemente impedendomi di verificare quanto questi tacchi siano appuntiti sui loro testicoli
    
    si bulleggia il quindicenne
    
    tenta di esplicare un concetto più complesso il quarantenne attraente come lo sporco dietro un frigorifero.
    
    alzo le mani in segno di comprensione, arrendendomi di fronte al fatto che spiegare che il nostro essere scollate e scosciate sia un invito alla palpazione quanto il fatto che loro abbiano delle narici sia un invito ad infilarci dentro la penna che tiene Tal’ja nella mano tremante. Troppo tremante. Crollo imminente.
    
    Il cicalino si becca una pigiata e in un attimo due cortesemente imponenti signori della sicurezza appaiono, e mentre amabilmente discutono con gli inevitabili errori dell’evoluzione umana del perché toccare il culo alle hostess sia una cosa che un po’ li secca, Natal’ja cammina via in fretta, io chiedo il cambio appena posso al ragazzo che &egrave li con noi -che non &egrave abbastanza scollato per suscitare battute- e vado in bagno.
    
    chiedo, appena la porta dell’asettico locale si chiude dietro di me.
    
    piagnucola qualcuno nell’ultimo scompartimento. Sospiro.
    
    Per fortuna almeno con lei posso usare la nostra lingua, &egrave crollata così tanto che sento non tirerà fuori una parola in italiano per la ...
    ... prossima mezzora. So che succede.
    
    Povera Tal’ja, il tuo cervello si &egrave trincerato in stand-by, sei corsa nel luogo più intimo che avessi a portata come un animaletto terrorizzato. Sarò delicata.
    
    sorrido alla porta, parlandole nella nostra lingua, e dopo qualche istante di indecisione il chiavistello si apre ed entro, richiudendo a chiave. E’ una ragazzina, non preparata a subire due giorni filati di battute e allusioni, nessuno si può preparare, solo farci il callo e un po’ di cinismo. Sta seduta sul water raggomitolandosi su se stessa, nel tentativo di non farmi capire che sta piangendo dal nervoso, ma la sua bella bocca carnosa &egrave contratta, stringe i denti aspirando l’aria in un rantolo piagnucolante, come un cagnolino ferito.
    
    Provo a spezzare il silenzio.
    
    (vezzeggiativo di Natal’ja)
    
    Piagnucola. Mi accoscio e le sorrido.
    
    Tal’ja scoppia a piangere come una fontana, singhiozzando un
    
    di una tenerezza infinita, prima di alzarsi di scatto e andare più lontano, cio&egrave una spanna più a destra, nell’angolo.
    
    Mi alzo e la abbraccio, tra le sue proteste, mi porto quel capino sussultante sul petto. Le dico che la capisco, ricordo le mie prime volte, i pianti del nervoso che ho fatto anche io. Di considerare questo come un esempio di quello che il lavoro può portare, e quindi di vederlo anche come un segnale del suo non esserci portata.
    
    sussurra con i capelli biondi che sfiorano in maniera molto (troppo) interessante il mio petto. Sospiro.
    
    la sento ...