1. EICMA-da hostess


    Data: 09/11/2019, Categorie: Lesbo Sensazioni Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu

    ” esclama il più tosto del gruppetto, come se fosse la prima volta che me lo dicono in questi giorni, o nella vita.
    
    Sorrido, nicchio, lascio correre con tutta l’abilità che posso avere nel fargli pensare che non gli dò retta “anche perché non posso”, perché sono qui per lavoro.
    
    Mi chiamo Viktorie, ma tutti allo stand continuano a chiamarmi Vicky. Insopportabile, ma va già bene, perch&egrave tutti quelli fuori dallo stand usano altri termini. Faccio questo lavoro dai tempi della maggiore età, come pura e mera fonte di guadagno, non ambisco a passerelle, copertine, veline, mi importa di avere un bancomat con cui comprarmi dei libri per purgarmi l’inconscio dell’essere qui, in una giacchetta aderente estremamente scollata coordinata ad una mini-minigonna, a fare la bella statuina.
    
    Mi dicono che sono un’attrice nata, in effetti me la cavo bene a fingere di essere davvero nel posto migliore del mondo, a sorridere ed essere ammiccante, scostante, santerellina e porca nello stesso momento.
    
    Passato il gruppetto più interessato dò un colpo di tacco dello stivaletto lucido sul pavimento del palchetto, &egrave tutto lo sfogo che posso esprimere per la mia irritazione e indolenzimento di zigomi nel sorridere da mattina a sera. Sculetto -perch&egrave se sei su un palco anche la minima mossa &egrave notata, &egrave ovvio- verso il retro dello stand, prendo una bottiglietta d’acqua e bevo, osservando la folla mezza nascosta e mezza no, perché la mia presenza potrebbe essere ...
    ... richiesta in ogni momento. Queste maledette bottiglie con i tappi ‘push’ sono odiose, o bevi come da un biberon o devi spararti in bocca l’acqua. In entrambi i casi…
    
    la fantasia grezza che susciterà lo spettacolo &egrave la stessa che mi urlano dei quindicenni ciondolanti. Per fortuna non rappresentano minimamente un target appetibile per l’azienda per cui lavoro, non potrebbero permettersi neanche un bullone di queste moto che stanno sul palco.
    
    Faccio segno con la mano di muovere il culo via dal circondario, e vengo acclamata da fischi e supposizioni che io non copuli abbastanza.
    
    Li ignoro e continuo a bere, purtroppo trovano piena risposta da altri “uomini” di età maggiore e riversano tutte le rimanenti battute da testosterone sulla mia compagna di stand.
    
    Natal’ja, a cui va bene che riescano a chiamarla Natalia, diciotto anni, biondina, un viso da bambina con occhi grandi da cerbiatta e un fisico dalle curve accennate, &egrave la sua prima volta come hostess ad un evento di una certa portata e, caspita, sta andando davvero male. Non so cosa ci sia oggi in giro, ma &egrave già la terza volta che finisce bersagliata, la sua insicurezza, quel tremore di tensione, sono segnali chiari per qualsiasi imbecille.
    
    Ho già dato il mio in questi due giorni facendomi avanti un po’ di più o deviando l’attenzione di qualche imbecille troppo molesto, ma Tal’ja cara, devi cavartela da sola. Sono avventori, schivali, ignorali, se proprio non ce la fai…
    
    fa uno di loro dando ...
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