1. Cronache dalla città di Nefalia


    Data: 25/10/2019, Categorie: Anale Hardcore, Sesso di Gruppo Autore: Andy88xy, Fonte: xHamster

    ... tedesca e padre palermitano. Così io, Nicola, il pollicino della squadra e Mario, il galletto tra i tre iniziamo a fare rapine negli appartamenti. Dai venticinque anni ai trentacinque non abbiamo fatto altro, un centinaio di case alleggerite. Niente più giochi d’azzardo, questa volta ci facevano aprire le casseforti dai proprietari ed io spesso mi portavo come ostaggio una delle loro donne. Così eleganti, ben truccate, profumate e seducenti che non avrei potuto lasciarle lì. Erano arrendevoli, silenziose mentre noi “lavoravamo” nel loro appartamento e, in quel caso non ho mai incontrato una Antonella o una Miriam come al tavolo da gioco che ricordo in uno dei più brutti flashback della mia giovinezza. Su una cinquantina di appartamenti mi son portato con me una ventina di donne, scopate nella macchina che usavamo per il lavoro. La seconda scarica di adrenalina, dopo averle derubate di soldi e gioielli era trattarle come delle mignotte che battevano a Caracalla. Altro che mignotte. Erano bravissime a fare l’amore ed a rilassarmi dopo lo stress e la tensione nervosa accumulata. Nel loro appartamento. Alcune erano nobili, principessine, contesse, ma non mi interessava. Desideravo i loro corpi. Una voglia di fotterle che ancora non mi spiego. Una rischio ulteriore da affrontare nella macchina che mi aveva accompagnato al portone della loro casa o villa mentre Pollicino e Mario preferivano tornarsene alle loro case, dalle loro donne. Io mele facevo e, stranamente, me le ricordo ...
    ... ancora; ricordo il profumo di tutte ed i loro silenzi. Mentre la polizia ci dava la caccia, io godevo il corpo di Francesca, di Fiona, di Alessandra e di una ventina di queste che poi lasciavo di notte in mezzo ad una strada con l’amara consapevolezza di non poterle rivedere mai più.
    
    Loro ritornavano dai loro fidanzati o mariti, per la loro vita fatta di noia e matrimoni mediocri, ed io preparavo la rapina successiva.
    
    Ti osservo….
    
    Disteso. Dormi placido, nella luce azzurrina che, dalle fessure della tapparella, filtra in questa alcova, nella tua camera, inondandola dolcemente. Che splendida questa atmosfera… così tremendamente irreale, così densa di sogno, eppure così tremendamente palpitante. L’aria è immobile, solo a tratti pare respirare, contrarsi e dilatarsi, per soffiare con delicatezza l’odore rosso bruno di sesso, passione… della tua pelle bagnata di me. L’aria qui dentro è viva, respira nel sonno di questa calma notte, proprio come te… distesa a riposare dopo ore di passione, foga… dopo ore di te, di me, di nient’altro. Dalla mensola, proprio davanti al letto, indelicati, ci spiano gli occhi vitrei, immobili di quella tua dannata vecchia bambola. L’hai chiamata Emilie, proprio così, senza la Y. Dicevi che quel nome, alla francese, era quello più indicato. Da piccolo l’amavi quella bambola: adoravi quel pezzo di stoffa, eri folle per quel viso di gomma plasticata, per quegli occhi di vetro, quei capelli di nylon lavorato. Non ti ho mai chiesto da dove fosse ...
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