1. Chimera annunciatrice


    Data: 15/10/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... cominciando a battere velocemente. Che cosa mi stava succedendo? In fondo c’eravamo solo guardati. Lui era là a breve distanza da me, perché avevo la capacità di percepire la fragranza della sua epidermide. Lui mi stava squadrando, mi sovrastava di due buone spanne e aveva delle spalle larghe e forti, pensai come sarebbe stato nudo. Provai un’inedita soggezione e ugualmente sconcezza e vergogna per quei pensieri, come se questi ultimi si potessero fiutare, sentire o vedere. Il mio imbarazzo era chiaro, com’era evidente il fatto che lui stesse cercando una scappatoia per volermi abbordare, poiché l’occasione gli fu ben presto offerta dalla solita fermata brusca che lui non fece nulla per evitare, anzi, sembrò cadermi addosso con tutto il suo peso:
    
    “Mi scusi signorina, sono desolato, ero totalmente distratto. Le ho fatto per caso del male?”.
    
    “Beh, penso di poter camminare fino all’ospedale più vicino. No, scherzo, non m’ha fatto nulla, non s’allarmi né si preoccupi” – dissi io frattanto sorridendo bonariamente.
    
    Ti prego, non rovinare tutto, ti supplico, sta’ buono e tranquillo, lo implorai con il pensiero, mentre voltavo la testa per guardare distrattamente fuori dal finestrino, perché non volevo che lui con la solita arroganza tipica dell’uomo si buttasse a caccia. Lui sembrò captare sottilmente il mio pensiero, dato che si rimise a leggere dopo avermi sorriso. Quello che ricorderò per sempre è il colore dei suoi occhi d’un blu così intenso in cui è facile perdersi, ...
    ... d’un blu talmente sgargiante in cui viene voglia di tuffarsi, poi quella voce suadente, armoniosa e sempre fiduciosa e tranquilla. Tutto di lui faceva supporre che fosse il classico placido e quieto ragazzo, tuttavia non mi lasciai ingannare. Quando lo guardavo il suo sorriso mi lanciava messaggi tutt’altro che rassicuranti, mentre i suoi occhi brillavano d’una luce astuta, avveduta e malpensante. I nostri incontri continuarono per qualche giorno, sempre sullo stesso tono, giacché la mattina m’alzavo sperando che fosse il giorno giusto, però non accadde nulla.
    
    La mia voglia di conoscerlo nel modo più vantaggioso era prepotente, molto imperiosa, perché in cuor mio speravo che non ci saremmo limitati unicamente a quegl’incontri fuggevoli sul treno, ciononostante dovevo aspettare e sperare. Sapevo perfettamente che tutto faceva parte del suo gioco, dovevo temporeggiare in modo paziente che lui facesse la prima mossa. Devo affermare e precisare che inconsciamente, forse non troppo, mi creavo tutta una serie di ritrovi e di stratagemmi del mattino in modo da poter utilizzare il treno con lui, però i giorni passavano e noi non facevamo progressi, per il fatto che rimanevano soltanto degli sguardi e dei sorrisi. Un giovedì un collega mi chiese d’occupare il suo posto a un incontro con un cliente riferendomi affettuosamente:
    
    “E’ un amico sai, perché è interessato a investire un piccolo capitale. Tiprego Stefania, domani proprio non posso liberarmi, mi faresti un enorme piacere ...
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