1. Angela e rosaria


    Data: 14/10/2019, Categorie: Lesbo Autore: GiulianoSicano79, Fonte: Annunci69

    Sei giunta: hai fatto bene: io ti bramavo. All'animo mio, che brucia di passione, hai dato refrigerio.
    
    Saffo
    
    Persa tra i suoi pensieri, camminava spedita lungo il marciapiede privato che portava al suo numero civico; il vento le accarezzava i lobi e le gonfiava un po’ i capelli, solleticandole la nuca e dandole brividi pungenti di freddo. Era lieta, sentiva le precarietà del quotidiano stemperarsi nella bella stagione; gioiva poi, al pensiero della maturità raggiunta nel rapporto con Riccardo, il suo uomo. S’erano intesi, appieno finalmente.
    
    Giunta davanti al portone vide la sua vicina di casa che s’appressava sovraccarica. “Due fardelli d’acqua, Angela? Danne uno a me, ti aiuto.” – “Ciao Rosaria, Grazie. Mi faresti un gran favore: sono stanchissima”.
    
    Sullo specchio dell’ascensore, fianco a fianco le due trentenni. La femminilità suadente di Rosaria: gli occhi fuggevoli e irrequieti, il trucco fine sui lineamenti gentili, i riccioli ben acconci e lunghi s’una silhouette aggraziata, snella, che si sagomava in basso, dove l’abito attillato, sotto il blazer leggero, sapientemente rivelava le curve, belle; ben contrastavano con la mascolinità repentina dell’altra, nei capelli a spazzola, nei lineamenti precisi e angolosi, nella trascuratezza casual della maglietta, della giubba e dei jeans. Non era brutta però quest’ultima, aveva anzi, nei lineamenti e nei modi, una grazia ambigua e calda che la rendeva terribilmente seducente agli occhi di Rosaria. Lo sguardo di ...
    ... Angela si fissava, crudo e penetrante, sul riflesso dell’altra, quasi a volerla spogliare.
    
    Rosaria era lì lì per posare il faldone di bottiglie sul pianerottolo, Angela glielo tolse prontamente di mano, invitandola ad entrare.
    
    “Accomodati Rosaria, prendi qualcosa da bere, ti va? Sono sola, mia madre è in ospedale; nulla di grave, via l’appendice” – “Ok, tanto anch’io son sola a casa” – “Ah, Riccardo non c’è? ” – “No, va a giocare a carambola, il giovedì”.
    
    Angela alzò la serranda e aprì la finestra, dal balcone il vento soffiava fresco, e la montagna, tra due grigi palazzoni, faceva capolino con la corona rossastra del castello Utveggio. Le giornate si facevano brevi. La luce del pomeriggio via via s’attenuava, sensuale sul cielo velato da una trama opalescente di nembi isolati e cirri sfilacciati. In Sicilia, quando la terra spossata dal sole si ritempra nel novembre, gli animi più giovani e fini sentono ovunque la stagione d’amore.
    
    Si misero al tavolo, Averna ghiacciato. Angela lo buttò giù in un sorso. “Stanca, stanca, stanca: stare appresso alle anziane della casa di riposo stanca. Ma sono adorabili poi, e ti danno tante belle soddisfazioni, se fai il lavoro con passione! Tu? La ricerca?” – “Continua! J’adore la recherche. Ho scritto nuovi articoli su Sthendal in Italia. L’assegno finisce a breve, questo mi turba; la passione, però, non mi lascia mai, si rinnova di continuo”. Finì di sorseggiare l’amaro e riaprì leggermente la bocca: la lingua s’indugiava sulle ...
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