1. Personaggio innocente


    Data: 24/09/2019, Categorie: Sensazioni Sesso di Gruppo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... nelle mani d’un individuo qualunque, carne mai sazia di quei liquidi caldi dell’orgasmo.
    
    Lui le aveva chiesto unghie smaltate di rosso, lei lo aveva trovato prevedibile. Perché il rosso? Come mai non un arancio, un azzurro, o un lilla? Esistevano altri svariati colori che potevano risplendere su quelle unghie laccate di fresco, eppure aveva obbedito, in quanto le piaceva attenersi e ubbidire, molto più d’agire, di muoversi e di parlare, esserci, come se non fosse per sé stessa, ma per gli altri, sentirsi come in uno scaffale d’un supermercato con la merce in esposizione, o forse come un libro pieno di parole da leggere in una libreria un po’ buia e polverosa. A ogni buon conto quel rosso l’aveva incuriosita, dal momento che lui non era una persona scontata, tutt’altro, perché se aveva scelto il colore rosso esisteva un motivo, perché forse presto anche lei avrebbe saputo il movente, poiché la mattina prima dell’appuntamento lui le telefonò:
    
    ‘Hai laccato le tue unghie di rosso?’.
    
    ‘Sì, certo, l’ho fatto’.
    
    ‘Io t’ho spedito un pacco, indosserai quello che contiene, a stasera’.
    
    Lui aveva sgarbatamente interrotto la comunicazione senza neppure aspettare un suo cenno, un ciao né una risposta. Nel pomeriggio qualcuno aveva bussato, lei aveva aperto, mentre davanti a sé un giovanotto impacciato le porgeva l’atteso pacco. Lei lo aveva aperto in fretta, strappando la carta e lasciandola cadere per terra, aveva guardato dentro come per trovare oggetti morbosi, forse ...
    ... collari e catene, manette e cinture piene di borchie, però era rimasta ancora delusa. In mezzo a una carta velina morbidissima aveva intravisto una delicatissima tutina di pizzo leggero e trasparente di colore rosso, unicamente rossa. Anche questo non sarebbe stato difficile, perché quella tutina le stava talmente bene addosso come un velo di zucchero adagiato sopra un dolce.
    
    Lei si squadrò allo specchio pienamente soddisfatta e disse a sé stessa come sei bellissima. Aveva la chiave, doveva aprire la porta, entrare e aspettare seduta sul divanetto che avrebbe trovato, davanti all’unica finestra lasciata aperta sulle luci della strada. Lei era al buio, in quanto l’unica striscia di luce arrivava da quelle persiane spalancate, poco per volta i suoi occhi s’abituarono all’oscurità della stanza e iniziò a distinguere qualche ombra. Seduta sul velluto del divanetto aspettava in silenzio, s’accese una sigaretta, s’allungò pigramente incrociando le gambe in una posa non molto sensuale, anzi, si sentiva tranquillamente sola, poiché poteva rilassarsi, pensare, guardarsi intorno e scrutare:
    
    ‘Non hai avuto il permesso di fumare’ – echeggiò frattanto una voce.
    
    Quella frase e quella voce la fecero sussultare, poiché lui era già lì e lei non se n’era accorta, si girò verso l’angolo più nascosto alla luce cercando di distinguere qualcosa di più, possibile che non avesse sentito almeno il suo respiro? Come mai era così sicura e tranquilla? Adesso in piedi davanti a lei lui guardava fuori ...
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