1. Viziando Adam


    Data: 22/09/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Erotici Racconti Etero Autore: Naughty_Bard, Fonte: RaccontiMilu

    ... Sapevo che questa era un’opportunità che non si sarebbe mai più ripetuta e mi feci avanti:
    
    ‘Vuoi che te li massaggi?’ gli chiesi cercando di sembrare il più neutro e sincero possibile. Lui rise:
    
    ‘Hehehe! Certo! Come no!’ mi disse scherzando. Ignorai il sarcasmo nella sua voce e cominciai a massaggiarglieli. Finalmente glieli toccavo, ce li avevo tra le mani! Ricordo che portava dei calzini di spugna neri piuttosto umidi. Mi guardò un po’ allibito:
    
    ‘Scherzavo Lenny, non devi massaggiarmeli, credevo mi stessi prendendo per il culo! E poi non potrei mai farti fare una cosa così degradante! Cazzo è troppo umiliante per te amico, ho i piedi tutti sudati!!’
    
    ‘Non è affatto degradante per me, anzi! Ho fatto un corso di riflessologia plantare ma non ho mai avuto nessuno su cui provare tutte le cose che ho imparato!’
    
    ‘Riflessolo…che??!’ mi chiese divertito. Cominciai a spiegargli i meravigliosi benefici che un buon massaggio ai piedi può dare al corpo. Lui in realtà non mi stava ascoltando si godeva le mie dita al lavoro sulle sue piante larghe. Aveva un sorriso beato sul viso, si stava rilassando davvero. Io gli premevo l’alluce tra un dito e l’altro percependo la forza e la possenza di quelle meraviglie. Quando finì di parlare mi disse:
    
    ‘Beh, non ne so un accidente di questa roba però mi piace un casino, potrei abituarmi a farmene fare uno tutti i giorni!’ Come potevo lasciarmi scappare quest’opportunità d’oro? Avere il piacere di stare ai piedi di un giovane ...
    ... adone come Adam. Ero eccitato come un ragazzino la vigilia di Natale e lui dovette accorgersene. Mi sorrise dall’alto della sua comoda posizione e mi chiese:
    
    ‘A te non dispiace farmene uno, una volta ogni tanto, vero Len?’ mi chiamava così quando voleva qualcosa, era un nomignolo affettivo che funzionava sempre. Fino a due minuti prima riteneva fosse degradante e ‘troppo umiliante’ per me, adesso l’idea di vedere il suo fratellastro ai suoi piedi non gli dispiaceva affatto. Io gli sorrisi:
    
    ‘Assolutamente, anzi mi fa piacere!’ gli dissi tentando di tenere a bada la mia eccitazione.
    
    ‘Grande! Ti prometto che mi farò una doccia la prossima volta, sicuramente puzzano da vomitare, li sento io da qui!’ mi disse quasi vergognandosi.
    
    ‘Ma no, figurati! Non l’avevo neanche notato!’ mentì. Lui sorrise:
    
    ‘Non l’avevi notato? Ma come? Senti qua!!!’ e mi appoggiò il piede sul naso ridendo. Che odore pungente. Io risi con lui come fosse niente più di uno scherzo da caserma ma mi eccitai di brutto.
    
    Non ci volle molto perché i nostri ruoli si delineassero ben bene. Adam viveva la vita di un giovane universitario senza pensieri, io ero diventato il suo zerbino. Pulivo la casa, compresa camera sua che lasciava sempre in uno stato di devastazione sconfortante, raccoglievo i suoi vestiti sporchi dal pavimento, compresa la sua biancheria (che non mancavo mai di annusare di nascosto), gli facevo il bucato, gli stiravo, gli cucinavo, lo aiutavo con lo studio e di fargli pagare metà ...
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