1. Giocattoli


    Data: 15/09/2019, Categorie: Lesbo Autore: Diana_Morgan, Fonte: RaccontiMilu

    L’ora del tramonto si avvicinava ed Emma non era ancora comparsa. La spiaggia si era a poco a poco svuotata, ad eccezione di una coppia di fidanzati e di un gruppo di ragazzini che da quando Eva aveva tolto il pezzo di sopra del costume ed era rimasta in topless mettendo in mostra il suo fisico statuario sembrava non avere alcuna intenzione di andarsene. Poco dopo i due fidanzati, a seguito di quello che a Eva parve un bisticcio, si allontanarono in gran fretta, a qualche passo di distanza l’una dall’altro. I ragazzini non volevano saperne, ridacchiavano e si spintonavano l’un l’altro indicando il punto in cui la ragazza se ne stava comodamente sdraiata fingendo di dormire. Ma dove si era cacciata Emma? Quando ormai Eva aveva quasi perso le speranze nell’arrivo dell’amica e nella ritirata dei giovani seccatori, le due cose avvennero pressoché simultaneamente. La silouhette magra di Emma si profilò all’orizzonte incrociandosi con quelle dei ragazzi che, zaini in spalla, si apprestavano a risalire sulla strada. Eva alzò gli occhi, ci vedeva in bianco e nero per averli tenuti a lungo chiusi, e rivolse all’amica un cenno di saluto. Le due ragazze non avrebbero potuto essere più diverse: Eva alta e con un’ossatura robusta, snella ma formosa, i capelli corti quasi biondi, gli occhi e la carnagione chiarissimi, il viso dolce costellato di efelidi, le unghie delle mani smangiucchiate e una generica scarsa attenzione per la cura della propria persona; Emma esilissima, la pelle ...
    ... lattea e i capelli corvini tagliati a caschetto, minuta ma un paio di enormi occhi neri che ardevano come braci e catturavano immediatamente l’attenzione di chi la osservava, le mani bianche con le unghie lunghe e smaltate di rosa, curatissime.
    
    “Dove diavolo ti eri cacciata?”, chiese Eva ricevando un bacio distratto a fior di labbra dall’amica.
    
    “Colpa di Fabrizio!”, rispose Emma (Fabrizio era il fratello della bambina a cui Emma faceva da babysitter).
    
    “Non mi voleva più lasciar andar via! Domande su domande, non la finiva più!”
    
    “Che genere di domande?”
    
    “Puoi immaginarlo, è in piena adolescenza e ci ha viste insieme mano nella mano la settimana scorsa.”
    
    “E immagino anche che sua madre non sia troppo incline a rispondere alle domande sulla babysitter lesbica di sua figlia.”
    
    “No, infatti.”
    
    Le due ragazze si guardarono e si sorrisero, gettarono un’occhiata circospetta alla spiaggia e poi si dettero un lungo bacio appassionato.
    
    “Sei riuscita a far compere prima di andare da Carolina?”, domandò Eva (Carolina era la sorellina seienne di Fabrizio).
    
    “Sì, sono passata dal negozio non appena ha aperto.”, la rassicurò Emma con un sorrisetto malizioso.
    
    Dopodiché svuotò la borsa che aveva con sé, dalla quale cadde un intero armamentario di vibratori, dildi, palline cinesi, anelli vibranti e chi più ne ha più ne metta.
    
    “Santo cielo! Ma quanto hai speso?”
    
    “Meno di quanto pensi. Diciamo che mi sono lavorata la commessa.”
    
    Sentendo un brivido di gelosia ...
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