1. Le avventure di una escort quasi per bene – La stecca da biliardo


    Data: 12/09/2019, Categorie: Etero Autore: Tania_Rossi, Fonte: RaccontiMilu

    ... piantato, testa rasata e occhi azzurri. Niente male. Portava una maglietta che faceva risaltare i muscoli e un paio di jeans stracciati.
    
    Joanna accettò forte degli insegnamenti dello zio. La prima partita la vinse l’uomo, la seconda Joanna. Tutto il bar li stava guardando e io, appollaiata su uno sgabello tifavo per la mia amica.
    
    Hai finito? – gli chiese Joanna, pronta per la bella, quando l’uomo posò la stecca ed estrasse dalla tasca dei pantaloni il pacco di sigarette.
    
    Esco a fumare, poi riprendiamo. Volete venire? – intendendo anche me.
    
    Uscimmo e l’uomo ci porse il pacchetto. Accettammo l’offerta e prendemmo la sigaretta. Io e Joanna fumavamo saltuariamente allora, lo facevamo più per atteggiarci da donne vissute che per un reale piacere di aspirare tabacco.
    
    Per l’ultima partita, ti andrebbe una scommessa? – chiese l’uomo di punto in bianco.
    
    Che tipo di scommessa? – Joanna andava pazza per le sfide ed era già pronta.
    
    Se vinco io, tu e la tua amica venite a casa con me, se vinci tu, sarò il tuo autista per un mese.
    
    L’uomo si era espresso senza mezzi termini e noi rimanemmo interdette, la posta in gioco era alta e avere un autista per un mese tutto per noi, che non avevamo ancora la patente, era un’idea allettante. Vero, che, se avessimo perso, ci aspettava un incontro a tre con un perfetto sconosciuto. Lui non era male e io e Joanna non eravamo di sicuro alle prime armi in fatto di uomini, ma una cosa del genere non l’avevamo mai fatta! Eravamo ...
    ... pronte? L’uomo aspettava fumando in silenzio e guardandoci. Dopo una veloce consulta, accettammo.
    
    Vedo che siete tipe toste, – disse, – Io sono Davide –
    
    Joanna e questa &egrave la mia amica Martina.
    
    Per tutta la partita la gonna di Joanna si alzò ed abbassò, mostrando le mutandine viola. Ora l’uomo le guardava spudoratamente, con gli occhi di chi sa che tra poco potrà metterci le mani sopra. Mi ero già pentita di avere accettato, anche se una parte nascosta di me, sperava che la mia amica perdesse. Lo sentivo, un senso di eccitazione che pulsava dentro e che provavo a reprimere. Joanna era sicura di sé, ma questo non bastò a farla vincere. La partita altalenava tra una buca di lui e una di lei, ma alla fine lui la spuntò con un tiro da maestro, che evidentemente aveva tenuto in serbo per l’occasione. Pagò le nostre bibite e insieme lasciammo il bar. Solo quando fummo fuori mi accorsi che Joanna teneva ancora in mano la stecca del biliardo.
    
    E quella? – le chiesi.
    
    Lei scoppiò a ridere e fece spallucce. Joanna era così, euforica e matta. Completamente.
    
    Salimmo su un pick up verde scuro. Tutti e tre stretti davanti. Davide, Joanna e io. Durante il tragitto dal bar a casa di Davide, la sua mano finì sulla coscia di Joanna. La mia amica mi prese la mano e la strinse, poi mi diede un bacio. Iniziammo a baciarci, mentre la mano dell’uomo saliva lungo la coscia di lei. Quando ci fermammo, la mano di Davide era dentro alle mutandine di Joanna.
    
    Quanto le ho desiderate! – ...