1. Le avventure di una escort quasi per bene – La stecca da biliardo


    Data: 12/09/2019, Categorie: Etero Autore: Tania_Rossi, Fonte: RaccontiMilu

    Il cassetto delle meraviglie ha risvegliato più curiosità di quante potessi immaginare. Il mio cassetto… più che un cassetto &egrave un cassettone, incastrato in un vecchio mobile che ho portato via da casa di mia nonna quando &egrave mancata. Non &egrave antico, solo vecchio, ma io ci sono affezionata, da bambina quando giocavo a nascondino con mio fratello era il mio nascondiglio preferito, e per quanto sia ingombrante non ci penso proprio a buttarlo via!
    
    Faccio fatica ad aprirlo e per richiuderlo devo tirare un calcio ben assestato, chi ne scorgesse il contenuto penserebbe che si tratta di un mucchio di cianfrusaglie, e forse &egrave proprio quello che sono, ma per hanno un significato speciale. Ogni oggetto contenuto nel mio cassetto delle meraviglie corrisponde ad una mia prima volta. La prima casa in affitto, il primo volo in aereo, la prima visita a Roma, il primo ragazzo… e la prima volta che sono stata pagata per le mie prestazioni.
    
    Già, quella prima volta di cui vi voglio raccontare oggi. Avevo 17 anni. Si, lo so, non ero ancora maggiorenne, ma per poco e poi nessuno mi ha costretto a fare niente che non mi andasse. Avevo 17 anni e tanta voglia di rendermi autonoma e di andarmene di casa. Allora ero al quarto anno di liceo e dopo lezione, io e la mia amica Joanna trasferivamo il nostro sedere tra un bar lì vicino e il centro commerciale. Joanna si era trasferita in Italia sei anni prima, era più alta di me di una spanna e aveva lunghissimi capelli biondi e una ...
    ... parlantina micidiale che condiva con un pesante accento americano.
    
    Di studio non se ne parlava. Era il primo trimestre, io iniziavo ad aprire i libri ad aprile per recuperare in tre mesi tutte le materie, eccetto fisica. Quella proprio non mi andava giù, ma per una materia sotto non rischiavo certo la bocciatura. Quindi passavamo i pomeriggi a bighellonare mentre i nostri genitori erano a lavoro.
    
    Quel giorno ero particolarmente svogliata. Mi accasciai al tavolo e ordinai una coca. Joanna, invece, era più vispa che mai, e impugnata la stecca, iniziò una partita a bigliardo contro Joanna. Posizionava la stecca, si sdraiava sul tavolo per prendere la mira, scoccava e si rialzava seguendo il percorso della bilia. Quel giorno indossava una minigonna molto corta che metteva in risalto le sue lunghe gambe e quando si piegava sul tappeto verde le si intravedevano le mutandine viola che indossava. Ben presto l’attenzione degli avventori del bar era tutta per lei e per il suo fondoschiena. La mia amica sembrava del tutto ignara dell’effetto che faceva sugli uomini. Solo io avevo notato con che insistenza la stavano fissando. Tutti aspettavano che lei si chinasse per non perdersi lo scivolio della gonna verso l’alto e la comparsa di quel lembo di stoffa viola. Mi alzai per dirglielo, quando un uomo sulla quarantina si alzò anche lui dirigendosi verso Joanna. Arrivammo assieme al tavolo.
    
    Mi piacerebbe fare una partita con te ‘ disse l’uomo rivolto a Joanna.
    
    Lui era alto, ben ...
«123»