1. Lo sai che cosa voglio da te


    Data: 14/08/2019, Categorie: Etero Autore: Bettina Saw Morgan, Fonte: EroticiRacconti

    Ero sfinita, la schiena a pezzi, per non parlare della cervicale contratta a forza di rimanere ferma nella stessa posizione. Avevo un assoluto bisogno di immergermi nella mia vasca da bagno e lasciare che la schiuma mi accarezzasse la pelle e l’acqua calda sciogliesse i miei muscoli contratti. Ma a quanto pareva dovevo rimandare i miei progetti di qualche altro minuto. X voleva vedermi, molto probabilmente voleva discutere di James, decidere il piano terapeutico da seguire, oppure voleva altro, come era suo solito pretendere. Peccato che per quell’altro non ero per niente in vena.
    
    Ero troppo stanca. Volevo solamente cambiarmi e andare a casa, passare qualche minuto con mio figlio e poi concedermi il mio più che meritato bagno.
    
    Arrivata davanti il suo ufficio mi fermai con la mano a mezz’aria. Non era mai stato un problema trascorrere del tempo assieme, e non era nemmeno mai stato un obbligo andare a letto con lui. Era una cosa che volevamo entrambi ed entrambi eravamo abbastanza adulti da poter decidere cosa fare e cosa non fare.
    
    Mi sistemai al meglio, sempre che fosse possibile, visto che indossavo ancora la divisa che avevo indossato prima di entrare in sala operatoria, avevo solamente tolto la cuffietta che tratteneva i capelli. Per il resto avevo ancora i capelli raccolti e zero traccia di trucco. Bussai.
    
    «Entra, Allison.»
    
    Ormai riconosceva anche il mio modo di bussare, non che avessi un modo particolare di farlo, ma sapeva sempre quando ero ...
    ... io.
    
    Entrai nel suo ufficio e mi chiusi la porta alle spalle.
    
    «James è stabile. Per il momento. Gli ho somministrato antibiotici, antidolorifici e ho fatto la prima trasfusione con il sangue di vampiro. Il cuore sembra reggere senza problemi. Ma..»
    
    Non mi diede il tempo di finire la frase che poggiò un suo dito sulle mie labbra, mentre con l’altra mano mi sfiorò prima il viso e poi si insinuò fra i capelli per sciogliergli e farli ricadere sulle mie spalle.
    
    «Non ti ho fatto venire qui per questo. James è stabile, per ora non possiamo fare altro. Bisogna aspettare che passi il gonfiore e soprattutto bisogna aspettare che si risvegli.»
    
    Come se fossi una bambola fra le sue mani, mi fece girare e aderire contro il suo corpo, mentre una sua mano si insinuava sotto il bordo dei pantaloni e come se niente fosse scostare di lato le mutandine e prendere a carezzare la mia intimità, tanto che appena le sue dita entrarono in contatto con la mia pelle, mi lasciai sfuggire diversi mugolii. Non mi ero resa conto di averne così bisogno e a quanto pare lui lo aveva capito ancora prima di me.
    
    «N..non credo sia una buona idea. Potrebbe avere una crisi e noi siamo qui..»
    
    Nuovamente mi zittì, ma questa volta in maniera diversa e molto più piacevole. Mi spinse fino a farmi ritrovare piegata e aggrappata alla scrivania, mentre con gesti impazienti mi abbassava i pantaoni e le mutandine, lasciando che si arrotolassero attorno alle mie caviglie, mentre con un ginocchio mi fece allargare le ...
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