1. Prova d'orchestra (Seconda parte)


    Data: 25/11/2017, Categorie: Masturbazione Prime Esperienze Gay / Bisex Autore: aramis45, Fonte: xHamster

    ... Non avevo idea se Aldo ci sarebbe stato ed ero un po' sconvolto per il fatto che non mi avesse telefonato, ma volevo essere sicuro di non cacciarmi nei pasticci coi miei genitori; ma la cosa è filata liscia e papà mi ha prestato di nuovo il cellulare per potergli dire dove andavo e quando sarei tornato. Veramente carino. Sono arrivato sin troppo presto, ho preparato leggio e strumenti e sono stato tranquillo senza perdere d'occhio la porta in attesa che Aldo apparisse. Stavo disperando che accadesse quando l'ho visto, finalmente. Proprio poco prima che il maestro ci richiamasse all'attenzione e quindi senza la possibilità di dirgli qualche cosa. Durante un intervallo tra due pezzi ho incrociato il suo sguardo e non potevo credere a quello che i suoi occhi mi dicevano. Nell'intervallo mi sono avvicinato. "Aldo?" Si è girato e mi ha guardato: Oh, quegli occhi, ma che sguardo triste. "Aldo, cosa succede?" "Nulla..." "Non ti ho mai visto così, non sembri lo stesso." L'avevo detto? Wow! "Dunque, io..." "Non hai telefonato." "No. Perché io, oh merda, non voglio, beh non posso oh, ma, oh, io... mentre me ne andavo da te..." "Hai detto 'Io ti amo, Giorgio'" "Sì." Sembrava così spaventato, ma nemmeno la metà di quanto ero spaventato io. Se questa sensazione era amore, ebbene io l'amavo. Diamine, se era solo il bisogno di essere con lui e toccarlo, allora l'amavo! "Allora mi hai sentito. Avevo una mezza speranza che tu non avessi udito." "Anch'io avevo una mezza speranza che tu non ...
    ... l'avessi detto, ma sono felice che tu l'abbia fatto." "Non sei arrabbiato con me?" "Per il fatto che tu non mi abbia telefonato, sono dannatamente arrabbiato. Per l'altro? Non ne ho idea. Debbo parlarne con te, stasera, dopo." "Allora OK." "Aldo, smetti di essere spaventato, è tutto OK, penso." "Avrei voluto telefonare." Ha detto. "Ho fatto il tuo tuo numero cinquanta volte, e quasi ti ho telefonato. Ma poi mi sono fermato prima di fare l'ultima cifra." Mi ha guardato timidamente; begli occhi, capelli morbidi e timido. "Sono passato davanti alla tua casa tutte le sere. Molto lentamente, sperando di vederti." "Idiota!" "Sì. Ne parliamo dopo, ho portato la macchina." "OK." La seconda parte della prova si è trascinata, in attesa di parlare con Aldo, la musica mi sembrava una cosa noiosa, e non potevamo farci niente, proprio niente, e la prova si trascinava; erano i tromboni il vero problema, le note c'erano ma intervenivano tardi e troppo forte, ogni volta. Quando siamo usciti cadeva una leggera pioggerellina; quasi senza parlare siamo andati alla sua macchina, abbiamo messo gli strumenti nel baule e siamo entrati. "Affamato?" ha domandato. "Non proprio." Sembravo imbarazzato. "Mi dispiace, se tu..." "No, neanch'io" Ha cominciato a guidare lentamente lungo il bordo della strada fino al solito parco, il tergicristallo intermittente puliva il parabrezza. "Giorgio, ho dovuto dirlo." "Quando te ne sei andato la settimana scorsa?" "Sì." "Come lo sai?" "Non so, so solo che dovevo farlo. ...
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