1. Farina


    Data: 16/07/2019, Categorie: Sentimentali Autore: scopertaeros69, Fonte: EroticiRacconti

    ... allontanerò, ma non mi ritraggo.
    
    Il suo è un tocco leggero, sbarazzino, morbido di talco, mi marca di bianco, la afferro, non ne cerco la bocca subito, ma divago sull'incavo tra il collo e il mento, lascio che il mio naso la sfiori, che il suo odore arrivi a me.
    
    Ho una voglia feroce di lei, le mani mi afferrano per divincolarsi, senza troppa convinzione, recita la parte che le ho assegnato, vive la donna che lei vuole essere.
    
    La costringo a voltarsi verso di me, per fronteggiarla e porla schiena al tavolo, la vestaglietta si riempie della prima farina sul retro, mentre la intrappolo tra me ed il piano infarinato.
    
    Smette di subire, allarga l'apetura del mio accappatoio, cerca il mio petto, lascia striature bianche, scende a cercare la mia carne che la cerca a sua volta, l'afferra, sorride trionfante nell'abbracciarla con le dita.
    
    Continuo a spingerla verso il tavolo, le mie mani squarciano la debole resistenza della vestaglietta, il tessuto capitola di lato lasciando all'aria i capezzoli già turgidi nelle areole marroni.
    
    Mi chino repentino a morderli, abbastanza inaspettato da strapparle un piccolo urlo di sorpresa; la mano infarinata spazia tra i miei corti capelli umidi, le mie si dividono tra la pienezza dei tuoi seni e la soffice abbondanza della sua fica gonfia ed invitante.
    
    Le bocche finalmente si uniscono per permettere alle lingue di lottare, mentre
    
    spingo la sua vestaglietta a terra.
    
    Una fame reciproca spinge a mangiarci, al cercare di ...
    ... prevalere inutilmente, finchè la spingo a reclinarsi sul tavolo, esita un attimo quando la sua schiena incontra la palla d'impasto e la comprime; afferro il culo per sollevarla e spingerla sul tavolo a sporcare le natiche di bianco, le mie mani spaziano dal piano a sotto le mele.
    
    Le cosce pulsanti e calde ora si striano dei miei passaggi, tuffo il viso tra di esse cercando quella pesca sugosa e dolce, comincio ad assaporarla, lecco, passaggio dopo passaggio, sempre più stretto, sempre più profondo nei mie cerchi, nella mia spirale di discesa dentro lei, fino a che le labbra non mi vengano violate da quel minuscolo nocciolo morbido e turgido.
    
    Geme sopira, si agita su quell'appiccicoso cuscino bianco che le si attacca sulla schiena, continuo spietato finchè le stille dalle cosce non raggiungono la farina del tavolo, raggrumando piccole gocce.
    
    Prova a resistere, a fermarmi, ma la mia presa è implacabile, le dita che affondano nella carne delle cosce zebrate di bianco: continua a venirmi tra le labbra, e solo afferrandomi per i capelli riesce a distaccarmi da sé.
    
    Approffitta del vantaggio momentaneo, sapendo che durerà poco, dal mio stordimento del distacco, si gira si mette prona sul tavolo, il panetto disastrato e appaiattito le si schiaccia tra le tette.
    
    Vederla così mi fa impazzire, la allargo con le mani, mentre cerco di entrare, affondare in lei, so cosa mi aspetta: è una voragine calda, l'orizzonte degli eventi del mio ultimo barlume di coscienza, dopo mi perderò ...