1. Oggi un altro ieri


    Data: 09/07/2019, Categorie: Masturbazione Autore: Malena N, Fonte: EroticiRacconti

    Che giorni strani questi. Giorni strani come strani sono i pensieri che non sono riuscita a lasciare a casa. Pensieri che ormai sono sempre con me, perché parte di me. È una serata umida. Il cielo, quasi completamente bianco, annuncia pioggia e io l’aspetto. La aspetto come un bicchiere d’acqua, liscia e fresca, nell’arsura di agosto. La aspetto addosso per lavare via le macchie, anche se delle mie macchie, io, ne vado fiera. E non sono triste. No! Non sono triste. Non sono malinconica e nemmeno patetica. Sono fottutamente io! E sono questa. Ancora eccitata e con la voglia malata di averti addosso e dentro. Non mi stanchi mai. Attraverso Piazza del Plebiscito inspirando già l’odore del mare. Cammino spedita godendo di questo autunno che autunno poi non è. Mi guardo intorno, smarrita, cercando in occhi sconosciuti tutto quello che non trovo. Ho fatto tardi perché non ho resistito. Mi sono toccata ancora e senza amore, ansimando e gemendo nel mio assolo. In albergo mi aspetteranno già. Ho promesso di esserci, cazzo! Ma non ne ho voglia. Sono uscita apposta ma, improvvisamente, non mi va più niente. La testa è altrove. Sono ancora sul mio letto a raccogliere e leccare i miei indecenti umori. Il panorama che mi si presenta davanti agli occhi mi toglie il fiato e trovo assurdo, adesso, chiudermi fra quattro mura, anche se bellissime. È spiazzante tutto questo. È il mare d’inverno. È il mio mare. È la mia agitazione, è la tempesta che ho dentro. Attraverso distratta per ammirarlo ...
    ... più da vicino e la sensazione che provo mi scuote nel profondo. Mi piace stare da sola qui, mi piace quello che vedo. È l’infinito che mi da pace. Il vento debole mi alita sul collo e non oppongo resistenza. Mi lascio avvolgere dall’aria fresca di questa serata che mi regala brividi. E sorrido, soddisfatta, come una ragazza che sta per marinare la scuola. È che non sono in vena. Incontrare tutti, parlare. Incrociare uomini ben vestiti che si sentono più interessanti solo perché hanno un calice di vino in mano. Gli stessi uomini che mi crederebbero più disponibile solo perché ho un calice di vino in mano. In mano. E nella stessa mano su cui, poco fa, sono venuta. È ancora fra le cosce il mio orgasmo. Ed è ancora nel naso l’odore acre e pungente della mia fica fradicia di voglia. La canotta di seta che indosso, vibra sulla pelle nuda. Mi stringo nella giacca nera e penso che oggi ti ho aspettato inutilmente. Oggi come ieri. E oggi più di ieri so che vuoi togliermi tutto, anche il niente. E oggi più di ieri so che io, invece, ti voglio ancora e anche tanto. E questa dannata voglia fa male ma mi fa sentire viva, viva come ora. Viva e irrequieta come le onde scure che guardo infrangersi sugli scogli. Viva e piccola di fronte a queste meraviglie. Voglio tornare a casa. Dalle grandi vetrate dell’albergo che ospita la manifestazione riesco a vedere la fila di persone che si appresta ad entrare. Io voglio andare a casa. Guardarmi negli occhi e sussurrarmi parole sconce. Ed è per questo ...
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