1. Quella volta che ho scopato un boiler


    Data: 23/06/2019, Categorie: Etero Autore: Random, Fonte: EroticiRacconti

    ... conoscerci meglio, andammo nella mia macchina e mi fece un pompino. Avevo già il pene durissimo nei pantaloni e quando me li tolse, da bravo soldato il mio amico era già sull’attenti. Fu un’esperienza poco piacevole: era visibilmente in difficoltà e poco esperta, dovetti guidarla tutto il tempo, ma alla fine riuscì a regalarmi l’orgasmo. Le venni in bocca e, nonostante un iniziale istinto da conato di vomito, la troietta mandò giù tutto e mi guardò orgogliosa. Fece per baciami, ma la scansai. Avevo schifo di me stesso per essere andato con un cesso del genere. Decisi che avrei interrotto i rapporti e non l’avrei più rivista, ma non glielo dissi.
    
    Qualche giorno dopo le pulsioni ripresero e con esse pure le nostre chat. Chiedeva sempre più insistentemente di incontrami, così le dissi di venire a casa mia per qualche giorno. Avevo deciso di mettere da parte la mia dignità e sfogare i miei istinti.
    
    Per tre giorni scopammo in tutti i modi possibili, non uscendo praticamente di casa. Il primo giorno mi fece nuovamente un pompino, doveva essersi esercitata la stronzetta, perché andò decisamente meglio. Si bagnò tutta mentre me lo lavorava, mi ricordo che quando poi gliela leccai era già fradicia ed ebbe un orgasmo immediato. Adorava farsi succhiare il clitoride e penetrare con la lingua e devo ammettere che il suo sapore non era male. Poi la presi alla missionaria, affondando la mia faccia tra i suoi seni prosperosi schiacciati dalla gravità. Finalmente potei assaggiarli. ...
    ... La penetravo con forza e a fondo, ricordo che gemeva e cercava sempre di baciarmi. Alla fine cedetti e iniziai a baciarla pure io, la dignità era ormai un lontano ricordo. Le leccavo il collo e le feci un succhiotto, mentre mi teneva la testa. Le venni dentro mentre le nostre lingue si incontravano e lei ebbe un orgasmo simultaneo.
    
    Poi ci presi gusto e divenni più violento: me la scopai a pecora. La cingevo per i fianchi e guidavo i colpi, schiaffeggiandola sonoramente e facendole arrossare le natiche mentre il suo bacino rimbalzava sul mio. Gli umori le colavano lungo l’interno coscia, mentre leccavo la sua schiena sudata. Ansimava dall’affanno come una scrofa, evidentemente era a corto di esercizio fisico. Di tanto in tanto le stringevo i seni, che penzolavano e sbattevano tra di loro sotto le mie spinte. Presi una cintura e inizia prima a frustarla con dei fendenti, poi gliela passai attorno al collo usandola come redine. Ricordo che aveva il volto paonazzo e la lingua all’infuori in cerca di ossigeno. Prima di venire la penetrai analmente, mentre lei si ribellava. Mi sdraiai su di lei immobilizzandola, mentre con una mano le tenevo ferma le mani e con l’altra indirizzavo la mia cappella su suo orifizio. La penetrai con forza, in preda alla foga, sentii il mio pene bruciare e lei cercare di sottrarsi mentre urlava. Iniziai a spingere e infilai una mano tra le suae cosce, risalendo fino al clitoride ormai fradicio. La stimolai e diedi appena un paio di spinte, per poi ...