1. Una mano.... e molto di più


    Data: 12/06/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: skizzoinfoiato, Fonte: Annunci69

    ... la cappella sul suo orifizio iniziando a spingere poco a poco.
    
    “ohhhh…. Ohhh dioooo ahhhh! “gemiti uscivano dalla bocca di Luca ai soli tentativi di entrare dentro di lui ma appena la cappella riusciva a dilatare il buchino gemendo si muoveva in avanti interrompendo la penetrazione.
    
    “stai fermo… o non ce la faccio”.
    
    Mi riposizionai all'ingresso, lo afferrai per i fianchi e spinsi. Luca provò a sgusciare di nuovo dalla mia presa di posizione ma non ce la fece. La cappella era entrata per metà.
    
    Una lieve pressione delle mie mani sui suoi fianchi lo fecero tornare alal posizione iniziale ed io assecondai questo movimento a ritroso.
    
    “hai metà cappella…. Se senti male muoviti te…. Quando ti sei abituato gestisci te la cosa… quando vorrai che riprenda il controllo me lo dici!”, Luca annuì.
    
    Ci volle un paio di minuti prima che iniziasse ad indietreggiar eco nel sue natiche verso il mi bacino, consentendo al mio membro di avanzare dentro di se un centimetro per volta.
    
    Percepivo la sua fatica, ma la mia voglia ormai era esponenziale e quel pertugio stretto mi procurava piacere ogni volta che avanzava e poi ...
    ... indietreggiava.
    
    Un sordo “ploff” fu l’indice che tutta la cappella era dentro, Luca ansimava, il fiato corto.
    
    “come va!”
    
    “è tremendamente grosso cazzo!”
    
    “fa male? Annuì leggermente poi…
    
    “non lo so…. Il dolore e fastidio per la presenza del tuo cazzo sono le stesse cose che mi stanno procurando piacere….. ho el gambe molli!”
    
    “non voglio fermarmi”, “ no , no nemmeno io… non ho le forze…. “
    
    Stavo immobile aspettando una sua indicazione.
    
    “dai muoviti te se no stiamo qua tutta la sera! Ma fai piano.”
    
    Sputai più volte, centrando sia l’asta che il solco delle sue natiche … saliva che portai allo sfintere.
    
    Indietreggiai quel tanto da far spuntare la corona del glande e poi spinsi senza sosta fino alla base.
    
    Mi fermai quando il mio inguine si arrestò sulle sue natiche, Luca aveva la facies sospesa in una smorfia fra dolore e piacere.
    
    “sono dentro!”, dissi chinandomi sulla sua schiena raggiungendo quasi il lobo destro del suo orecchio, consentendo così un parziale indietreggiamento della mia asta che mentre mi rialzai tornò tutta dentro il suo intestino. Luca ansimò di piacere.
    
    continua
    
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