1. Adorabili giochi pericolosi


    Data: 14/05/2019, Categorie: Cuckold Autore: amoletettone, Fonte: RaccontiMilu

    ... curiosi rispetto la situazione. Stefano come un treno proseguiva deliberatamente nel “corteggiarmi” come se non gliene fregasse nulla di quello che c’era intorno.
    
    Mi fece girare su me stessa proseguendo a ballarmi sensualmente alle spalle. Inutile dire che sentii la sua erezione piantata fiera sul mio di dietro. Mi stavo eccitando seriamente. Avrei voluto che una sua mano si inoltrasse nella scollatura per palparmi il seno e sentire i miei capezzoli in tiro come chiodini..oppure se avesse osato scendere, avrebbe trovato il mio sesso fradicio d’eccitazione.
    
    Sentivo il suo fiato sul collo e non era per dire. La situazione era prossima a sfuggire di mano a tutte le parti in causa.. quando d’un tratto mi sentii tirata per un braccio. Era Paolo che con veemenza mi trascinava via dalla terrazza. In un baleno ci ritrovammo al parcheggio. “Ti è piaciuto fare la troia davanti a tutti eh?” mi diceva con voce roca a denti stretti, trafelato dal passo svelto mentre mi “spintonava” verso la macchina. “smettila mi fai male” gli dicevo. “e poi non è quello che volevi?” Ero sorpresa da questa punta di gelosia, sembrava tutto architettato da lui come da copione. Entrammo in auto e come da film poliziesco scattammo via con tanto di rombo e sgommata.
    
    “tanto lo so che volevi vedermi fare la troia…” gli dicevo mentre non sembrava rivolgermi la parola. “mi hai lasciata sola con lui.. e lo vedevi come si comportava.. perchè non sei intervenuto?” Non mi degnava di uno sguardo. Il suo viso ...
    ... era inquietante tanto non facesse trasparire emozioni valutabili.
    
    L’auto procedeva a grande velocità fra le strade di campagna fuori paese. Rimasi interdetta e in silenzio per qualche minuto cercando di scrutare qualche reazione. Mi accorsi però che aveva la patta del pantalone gonfio e il suo membro premeva duro su un lato. “lo sapevo che eri eccitato..” cercavo di scherzarci mentre allungavo le mani in cerca di contatto. Si faceva palpare senza che emettesse una reazione. Ero sconcertata e inquietata dalla situazione.
    
    Notai che non imboccammo la solita superstrada per rientrare in città ma ci addentravamo sempre di più in strade di campagna. “Paolo dove stiamo andando?” chiesi con un velo di preoccupazione. “in un posto..” mi rispose serio. Non ebbi altre risposte finchè non arrivammo a ridosso del mare. La strada confluiva in un tratto boschivo e successivamente in una pineta. La luce era poca e i lampioni vecchi, fiochi e uno ogni 20 metri.
    
    Paolo accostò il nostro Suv lungo la strada. Notai altre macchine più in lontananza. Per un attimo mi tranquillizzai, voleva appartarsi per una sveltina. Ma.. perchè proprio in quel posto quando avevamo casa nostra a qualche minuto di strada? Non mi diede il tempo di rifletterci che cominciò lentamente a tirarsi giù la zip del pantalone. Ne uscì la sua verga durissima dalla cappella rossa e gonfia. “Spogliati” mi disse con autorità, intanto scappucciava il suo cazzo con molta flemma. Obbedii, tirando giù le spalline e scoprendo ...
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