1. Club Prive


    Data: 20/04/2019, Categorie: Masturbazione Autore: Malena N, Fonte: EroticiRacconti

    "E tu? Come ti sei sentita? Dimmi. Una puttana in un alcova di troie?"
    
    Le tue domande mi arrivano curiose e veloci.
    
    Non sei venuto. Non hai mosso quel bel culo che ti ritrovi per presentarti alle quattro, dove ti avevo chiesto. Ma lo sapevo, come so che sei uno stronzo.
    
    Mi hai fatto chiamare al centro e chiedere informazioni mentre tu, divertito, ascoltavi tutto in viva voce. E poi? Di te, neanche l'ombra. Ma non ce l'ho con te! Ce l'ho con me che, ora, non dovrei dirti un cazzo e invece muoio dalla voglia di vomitarti tutto in faccia e segarmi come se non ci fosse un domani!
    
    Ti ascolto. Ascolto la tua voce che, calda e profonda, mi buca le orecchie. Mi ascolto. Ascolto la mia fica che sbatte e pulsa, fra le cosce, appena sente uscire da quella fottutissima bocca la parola puttana.
    
    "Sporca. Mi sono sentita sporca. Schifosamente sporca" dico, sussurrandolo appena.
    
    Sto parlando così piano che io stessa faccio fatica a capirmi. Sto parlando così piano perchè non voglio ammettere a me stessa che non ho provato alcun imbarazzo. Sto parlando così piano perchè queste orecchie attente non vogliono sentirmi dire, ad alta voce e ansimando, che mi è piaciuto, cazzo! Mi è piaciuto! E se solo mi infilassi la mano in queste mutande, ora, capiresti quanto. Me ne avevi parlato mille volte e mille volte sono venuta, oscenamente, al solo pensiero di saperti lì.
    
    Ma è stato diverso, sai. Andarci io e con le mie gambe. Club Prive. Una porta anonima in un condominio anonimo ...
    ... di un centro anonimo. Cosa credevi? Che avrei solo chiamato? Tu sai bene da dove parte tutto questo. Tu conosci bene la mia idea iniziale! Sei stato così bastardo da ficcarmi in testa il pensiero, ancora più bastardo di te, di vederti nudo su quel futon che ormai conosco. Nudo e rilassato, col cazzo al vento e le mani di una delle tre mignotte a massaggiarti il corpo sodo. E non solo il corpo. E' per questo che ho smesso di chiedere al telefono informazioni che non mi avrebbero mai dato. E' per questo che ci sono andata di persona. A vedere con questi occhi, a toccare con queste mani. A capire con questa testa bacata di cosa mi hai parlato e di quale situazione malata ho goduto. E perchè ho goduto e godo ancora di questi pensieri!
    
    "Mi ha aperto una donna alta e mora, Gemma. Non ho esitato un secondo e in un secondo le ho fatto mille domande. Le ho chiesto soprattutto dei massaggi, quelli da fare in due. Io e te, toccati dalle stesse mani."
    
    Continuo a parlarti, più decisa, nel ricordo vivo di qualche giorno fa. Ricordo vivo come viva è la voglia di esplodere nella tua bocca mentre ti racconto tutto.
    
    "E' stata brava. Un impeccabile padrona di casa. Mi ha accolta calorosamente ed immediatamente mi ha condotta in una stanza. Ovviamente, dopo essersi assicurata che non avrei incrociato nessuno."
    
    Chi potevo incrociare? Mi sono chiesta. Chi è questo nessuno? Un cliente, forse, come cliente sono io.
    
    "Ci siamo sedute subito, appena chiusa la porta alle spalle. Mi ha ...
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