1. Relazione virtuale - cap. 3°


    Data: 13/04/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: prassitele, Fonte: Annunci69

    Il tre, numero perfetto
    
    Quel gesto completò la mia erezione che già la sua vista aveva stimolato. Mi sistemai meglio sul fianco, verso di lei; presi la sua mano e la portai su Sansone. Mi sorrise.
    
    Mentre continuavo la doverosa carezza di quel seno che fuoriusciva completamente dal reggiseno a balconcino, avvicinai le mie labbra alle sue e le posai un lievissimo bacio, quasi una carezza fatta con le labbra. Lei accettò senza stimolare ulteriori confidenze. Ma quella carezza delle labbra contro le labbra non poteva soddisfare due assatanati come noi due. Avanzai di qualche millimetro e presi tra le mie il suo labbro inferiore: pieno, carnoso, turgido, tumido sul quale il vivido rossetto aveva lasciato una patina dolciastra. Lo succhiai dentro la mia bocca; lo accarezzai con la mia lingua umida; stimolai le sue terminazioni nervose che certamente trasmisero un richiamo erotico alle sue viscere. Emise un flebile gemito e strinse nella mano l’oggetto del suo desiderio.
    
    Un leggerissimo dondolìo del mio corpo riusciva a provocare una delicatissima e dolcissima sega da parte della sua mano morbida e vellutata. Portai anch’io, la mia mano sinistra, tra le sue cosce, sulla strisciolina di pizzo che copriva il suo monte di Venere: sentii il fresco umido delle sue secrezioni che erano filtrate all’esterno. Feci a quella stoffa umida qualche carezza che, la trasparenza del tessuto trasmetteva all’interno esaltandone il contatto. Il gemito, adesso, era continuo, ...
    ... ininterrotto.
    
    Il contatto delle labbra si trasformò in un bacio, prima dolce e delicato, poi via via più violento e sensuale. Il sangue di entrambi scorreva assai velocemente nel nostro sistema vascolare, trasferendo in tutti i punti del corpo le nostre sensazioni di piacere.
    
    Sansone rischiava di non saper attendere, per cui lo strappai dalla sua dolce prigionia, abbassandomi col capo verso gli spettacolari capezzoli.
    
    Non descriverò mai abbastanza bene i due fragoloni scuri che si ergevano su una tonda piattaforma color cioccolata, il tutto in cima ad un monte la cui scalata ricordava l’ascesa al Paradiso: dolcissimi al sapore, misto di fragola e di cioccolata; stimolanti al tatto orale, come il ciuccetto per un lattante; morbido e consistente come una ciliegia gigante o, meglio, come un jabuticaba, un frutto tipico brasiliano dal sapore delizioso e dal profumo afrodisiaco.
    
    Mentre le succhiavo il capezzolo, le mie dita continuavano la carezza sullo slippino, trascinando sotto i polpastrelli una densa soluzione di piacere che usciva dalle sue grandi labbra.
    
    I suoi gemiti crescevano di intensità, ma io volevo farla ancora attendere, prima di portarla al piacere finale.
    
    Smisi di accarezzarla tra le gambe; mi concentrai al lavoro della mia lingua che, lasciato libero il capezzolo, si dedicò ad una passeggiata circolare sull’areola marrone, allargando a spirale la sua corsa, omaggiando delle sue attenzioni l’intera mammella che ancor più si inturgidiva e sembrava ingrossarsi. ...
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