1. Distrazione giapponese


    Data: 22/09/2017, Categorie: Etero Autore: Elsanto, Fonte: RaccontiMilu

    ... chiudemmo dentro, non c’era nessuno.
    
    Lo sfidai con lo sguardo, mi infilai un dito dentro e glielo passai sulle labbra.
    
    Senza proferire parola, quasi come fossimo stati due sconosciuti lì per la prima volta, lui mi mise con le mani al muro e mi fece piegare in avanti. Divaricai le gambe sporgendo il sedere. Mi alzò il vestito e si abbasso fino ad inginocchiarsi a terra dietro di me.
    
    Sentii la sua lingua che si faceva strada tra le mie natiche, lambì il sesso per poi soffermarsi più su. Sa quanto mi piace essere leccata il buchino. Cominciò con dolcezza poi aumentò la pressione iniziando a penetrarmi. Il mio sfintere avvolgeva la sua lingua. Il mio gioco preferito’ cominciai anche a toccarmi, andavo con i suoi ritmi, lentamente e poi sempre più veloce. Sembrava che il mio sangue non affluisse più al cervello. Vedevo nello specchio la mia immagine in estasi. Stavo per arrivare, senza volerlo allungai una mano e schiacciai la sua testa nel mio culo mentre godevo, mordendomi le labbra per non urlare. Lasciai che le contrazioni terminassero.
    
    Mi girai e vidi la sua espressione sconvolta e attonita.
    
    ‘Eh devi saper aspettare, alzati e pensiamo ai tuoi ospiti’
    
    Nemmeno un bacio, il mio trucco era intatto.
    
    Tornammo al tavolo
    
    ‘Ehi, ci stavamo preoccupando. Come ti senti?’
    
    ‘Insomma’
    
    ‘Si vede, hai il viso congestionato’
    
    Mi appoggiai a lui che mi baciò castamente sulla tempia.
    
    Proseguimmo, ma avvertii il suo patimento. Mi divertiva un mondo immaginarlo ...
    ... mentre si sforzava a parlare di lavoro mentre era tormentato da un erezione insopprimibile. I pochi sguardi che mi rivolse erano omicidi. Io invece ero rilassata e tranquillissima, mi ci stavo divertendo.
    
    Dopo aver pagato il conto ci ritrovammo soli in auto. Guidava come un automa, nemmeno mi rivolgeva la parola.
    
    Decisi di provocarlo ancora togliendomi le scarpe e poggiando i piedi sul cruscotto. Anche i miei piedi, sempre curatissimi, gli piacciono. A volte, mentre facciamo l’amore, quando voglio che mi venga subito dentro, gli poggio i piedi sulla faccia, glieli faccio baciare, mi faccio leccare le dita, non resiste e mi inonda. Faceva finta di niente, ma sapevo che il vulcano stava per esplodere. Segretamente me la godevo da pazzi.
    
    Entrammo in casa senza nemmeno accendere la luce, cercò subito di abbracciarmi, ma gli sfuggii.
    
    Mi insegui nella penombra della casa, fino in camera da letto. Mi ero nascosta dietro la porta. Sembrava un folle. Gli saltai quasi addosso e lo spinsi sul letto. Si cominciò freneticamente a spogliare.
    
    Io invece non mi tolsi nemmeno le scarpe e gli fui subito sopra.
    
    Coprii la sua bocca con la mia fica bagnatissima
    
    ‘Volevi questa? Questa stavi cercando? Leccami, lecca la tua donna’
    
    Adoro quando mi lecca. Ha una tecnica tutta sua, ci prova piacere, credo che potrebbe anche avere un orgasmo se mi leccasse abbastanza a lungo.
    
    Mi gusta come un piatto prelibato, si ciba della mia carne, beve i miei umori, dilata le narici come un ...