1. Distrazione giapponese


    Data: 22/09/2017, Categorie: Etero Autore: Elsanto, Fonte: RaccontiMilu

    Mi ha invitato a cena al ristorante giapponese con un suo collega e la moglie. Uno con cui sta facendo una specie di accordo.
    
    Pensai che le cene di lavoro mi annoiano e mi annoio ancor di più quando non conosco le persone.
    
    ‘Ok’ risposi. Ma non ero troppo convinta. Eravamo però un po’ in freddo in quei giorni, sarebbe stata una buona occasione per sotterrare l’ascia di guerra.
    
    Mi preparai di tutto punto, vestito nero, tacchi, per una volta autoreggenti e, sorpresa delle sorprese’. niente slip!!!
    
    Mi rinfacciava spesso che non prendo mai l’iniziativa.
    
    Ora ero davanti allo specchio. Non avevo mai fatto una cosa simile, ma volevo veramente stenderlo. Mi uscii un ‘Ti faccio vedere io”
    
    Ero splendida, anche alla più spietata delle autocritiche. Capelli e trucco perfetto, pochi gioielli scelti con cura. Iniziai a ridere, immaginando la sua faccia, perché lui quella sera avrebbe avuto decisamente qualche sorpresa da me.
    
    Arrivati al ristorante, dopo le presentazioni di rito, ordinammo e inevitabilmente si iniziò a parlare di lavoro.
    
    La conversazione era come previsto alquanto noiosa. Non trovai un aiuto nemmeno nella moglie del collega, più morta che viva. Unica consolazione un vino un po’ dolce, che come sempre appena assaggiai, ma che mi aveva dato leggermente alla testa.
    
    ‘Mi dai la mano per piacere? Ho freddo’ dissi all’improvviso.
    
    Non gli sembrò strano. Io ho freddo anche ad agosto.
    
    Mi diede la sua mano, calda come al solito, e dopo averla un po’ ...
    ... stretta tra le mie, la poggiai sulla mia coscia avvolta dal nylon. Cominciai ad accarezzargliela, per poi guidarla tra le pieghe del mio vestito. Si stupì forse che avevo le autoreggenti quando trovò la pelle nuda e fresca. Indugiò per un po’ così mentre io mi dedicavo al mio sushi, finché con estrema naturalezza non ripresi la sua mano guidandola stavolta più su tra le mie gambe.
    
    Si fermò. Mi guardò. Io gli sorrisi candidamente. ‘Dicevi?’ e iniziai a ridere. Diventò tra il rosso e il viola, imbarazzato forse. Cercò di toglierla, cattivo, ma lo bloccai.
    
    ‘Continua’ gli dissi, tanto gli altri non avrebbero capito, ‘Continua’a parlare. è interessante’. Mi cominciò a carezzare prima leggero e poi con più forza, un massaggio, che solo lui sa fare.
    
    Difficile che qualcuno potesse notare la scena, forse solo quelli del tavolo al nostro fianco, ma pazienza, avrebbero goduto del fuoco che si stava accendendo in segreto sotto il tavolo. Aprii il più possibile le cosce così che lui potesse raggiungermi meglio. Nel giro di pochi minuti diventai un lago, e arrivata al punto in cui non avrei più saputo trattenermi, ebbi una idea per avere il mio orgasmo.
    
    ‘ Tesoro scusa potresti accompagnarmi in bagno? Ho un po’ di nausea’.
    
    ‘Ti accompagno io?’ disse la moglie del collega.
    
    ‘No no vi prego, continuate – rispose prontamente lui”.
    
    I bagni del ristorante sono molto belli, essenziali, puliti. Non c’era in realtà un’indicazione per donne o uomini. Entrammo in uno dei due e ci ...
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