1. Amica


    Data: 21/03/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Sottile_Piacere, Fonte: Annunci69

    Credo che la curiosità sia, nel bene e nel male, l’elemento che può fare la differenza tra un essere e l’altro. Il Sommo scrisse “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” ed io fin dai tempi delle scuole ho fatto mio questo “consiglio”, in modo da non dover un giorno dire “chissà....”.
    
    Ho un amico, tal Vincenzo, da tempo separato, che non ha più ritenuto opportuno legarsi ad altre donne ed ha trovato il suo equilibrio intimo frequentando sistematicamente prostitute, ma la sua scelta non è mai casuale, è sempre una scelta ponderata e soprattutto azzeccata. Quando ne trova una all’altezza della situazione diventa la “sua” donna, instaurando con lei un rapporto di complice amicizia.
    
    Della donna del momento, una Venezuelana di 25 anni, è da tempo che mi parla un gran bene, ma tanto bene da scatenare in me una curiosità di conoscerla che fatico a gestire. Non ho difficoltà ad ammettere di non aver mai avuto occasione di andare con una prostituta, anzi, la cosa non mi ha mai attratto, ritenendo poco allettante l’idea di non arrivare al “rapporto” dopo aver esercitato da entrambe le parti quel sottile gioco erotico che fa scatenare la sana voglia....
    
    Decido comunque di provare questa esperienza, in modo piuttosto razionale ma comunque senza alcun pregiudizio, esclusivamente spinto dalla “curiosità” di conoscere questa ragazza “speciale”.
    
    Era un giorno di fine estate, mi presento alla porta dell’appartamento, dopo aver telefonato per ...
    ... verificare la “disponibilità” ed ecco la prima sorpresa: la bellezza di questa ragazza supera ogni più rosea aspettativa, ma soprattutto mi colpiscono di lei, in modo prepotente, due cose: la bellezza della sua bocca ed il fatto che mi accoglie con un sorriso come pochi se ne vedono.
    
    Due labbra perfette, carnose al punto giusto i cui contorni disegnano un cuore “schiacciato”, il colore roseo naturale lascia immaginare quale possa essere la loro morbidezza. Questo già è sufficiente per “promuovere” questo incontro, ma ancora ho molto da scoprire. Subito mi mette a mio agio cercando di parlare un po’ di cose banali, ed appena dopo c’è il rito della “trattativa economica” che trovo alquanto squallida ma che mi rendo conto non si può eludere.
    
    E poi mi chiede:”amore, cosa vuoi fare?” Ritengo giusto, a questo punto, mettere subito in chiaro che non voglio essere chiamato “amore”, non abusiamo di parole che hanno un significato ben preciso, non ce n’è alcun bisogno, e poi, per quanto riguarda “la prestazione”, beh! Le dico: “affidiamoci alla spontaneità”, vediamo dove ci porta.
    
    Le chiedo quindi di lasciarsi spogliare da me di quei pochi vestiti che ha indosso e, pian piano, slacciando la camicetta, libero due seni giovani e altezzosi, sovrastati da turgidi capezzoli rosei su un’aureola piccola, piatta e liscia come poche ne ho viste.
    
    Ora tocca alla gonna: a tubino, fin sotto al ginocchio con uno spacco sul lato sinistro che arriva a metà coscia, ed è da quel pertugio che posso ...
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