1. IL SONNIFERO


    Data: 16/02/2019, Categorie: Cuckold Autore: LorenzoLotto, Fonte: RaccontiMilu

    I.
    
    Me la sono goduta mentre dormiva.
    
    Proprio così.
    
    Lei, si..!
    
    La mia vicina.
    
    Me la sono goduta grazie a un sonnifero somministratole appositamente dal marito.
    
    Ma partiamo dall’ “in-comincio”
    
    Sono Marco, sessuomane incallito di 50 anni, col cazzo sempre in tiro e sempre alla ricerca di cose porche da scoprire.
    
    Immaginate ora uno stendino a portata di mano, dove la topa in questione mette ad asciugare i suoi indumenti intimi.
    
    Ecco.
    
    Tutto nasce proprio da lì. Da quello stendino.
    
    ‘I vicini… Che tema banale’ direte voi. Ma se il tema &egrave banale, di certo non era banale l’ossessione che mi derivava dalla topa (come dicono gli esperti? La lei di coppia, se non sbaglio’), si insomma dalla moglie dell’inquilino del piano di sopra.
    
    Vabb&egrave, dopo ‘ste stronzate’ torniamo alla mia meravigliosa ossessione.
    
    Lei, la vicina, manco a dirlo, come in tutti i racconti che si rispettino dovrebbe essere una sorca da paura. E infatti &egrave così! Una bella donna: bel viso e bel fisico. Mai ostentato e quasi sempre contenuto in un abbigliamento del tutto normale. 38 anni, ben portati, mora, riccia’ insomma immaginatevela voi come una bella topa nelle vesti di un proprio apparente anonimato.
    
    ‘E allora? Che cosa ti ha fatto andare fuori di testa?’ direte voi.
    
    Lo scorso agosto (no, aspettate’ non me la sono trombata in quell’occasione’ aspettate’) Dicevo? Ah, si. Lo scorso agosto mi affaccio sul mio balcone e guardo in alto cercando di intuire ...
    ... l’evoluzioni meteorologiche e’ SDENG! Sbatto l’occhio su una mutandina, nera… di pizzo… tutta traforata… che era appesa ai fili dei panni degli inquilini del piano di sopra.
    
    Un desiderio mi assale mentre mi si gonfia il cazzo. un desiderio che &egrave un imperativo per la mia natura da sessuomane affetto da porchitudine cronica: DEVO carezzarla, annusarla, maneggiarla!
    
    Mi guardo intorno.
    
    Non c’&egrave nessuno in giro’
    
    Mi assesto il pisello dentro i pantaloni, cercando di farlo stare comodo mentre continua a gonfiarsi e penso: ‘Come posso arrivare a quel tesoro? Forse, con una canna da pesca!’
    
    Scendo giù in cantina, individuo la canna adatta.
    
    L’afferro e risalgo le scale di corsa.
    
    Arrivo sul mio balcone e il cuore comincia a battere all’impazzata.
    
    Intanto che apro la telescopica mi guardo intorno.
    
    ‘E se mi vede qualcuno? ‘Sti cazzi! E quando mi ricapita un’occasione così’.
    
    Davanti ai nostri balconi c’&egrave un enorme prato abbandonato e in casa mia non c’&egrave nessuno. Loro, i vicini, li ho visti uscire poco fa’ perciò, questo &egrave il momento giusto.
    
    Sollevo la canna e cerco di agganciare lo slip con la punta.
    
    Voglio appropriarmene… giusto per il tempo di schizzarci sopra e poi la faccio trovare come se fosse caduta casualmente sui nostri fili
    
    Fatto..!
    
    Riesco ad agganciarla; la molletta che la teneva si smonta e il mio bottino cade giù.
    
    Ce l’ho! E’ nella mia mano.
    
    Chiudo la canna. Col cuore in gola, mi guardo di nuovo attorno ...
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