1. Il ricatto a madre e figlia


    Data: 04/02/2019, Categorie: Incesti Lesbo Sesso di Gruppo Autore: carole, Fonte: RaccontiMilu

    ... rotta la ragazza tendendo una ridicola spiegazione che si rende conto lei stessa serve solo ad aggravare la sua posizione. “Emanuela, sei quasi un avvocato, ti prego, anche di fronte a tua madre. Non costringermi a entrare nei dettagli. Ho oltre cento email, una più piccante dell’altra, mandata o ricevuta da te. Ecco una delle ultime email della signora, come la chiami tu: ‘Credi che puoi venire a casa mia, farti una scopata e poi sparire per giorni? Io questa relazione non l’accetto, non sono solo una scopata, sono di più e se non mi rispondi alle email me lo dovrai dire di persona che vuoi liberarti di me perché ti vuoi scopare quella del bar’.”
    
    La ragazza scoppia a piangere a dirotto, singhiozzando, la madre le circuisce la spalla con il braccio per calmarla, e le dice: “Manu, calmati, sono cose che non si fanno e dobbiamo parlarne, con calma e da persone adulte. Tutti noi facciamo degli sbagli, ora bevi un po’ d’acqua…” La madre sa che il titolare dello studio vuole parlare con loro e vedere cosa si può fare, se può esserci una soluzione. ma non immagina quanto in là egli intenda spingersi. Molto, molto in là. “Allora Emanuela, parliamo apertamente a questo punto. Non siamo delle verginelle, nessuno di noi, nessuno ti giudica, cerca di calmarti e ascoltarmi. Siamo persone adulte come diceva ora tua madre, e molto libere aggiungo io.” Quindi cala l’asso. “Anche io e tua madre abbiamo una relazione che non è solo professionale… e…”, ma viene interrotto da un urlo ...
    ... della donna. “Saverio, ma ti pare il caso ora, adesso, di parlare di questo? Ma dico io…”.
    
    Per la ragazza è un ulteriore sorpresa, ma ancora inferiore allo shock che di lì a poco proverà sentendo come continuerà il titolare dello studio. “Riprendiamo, e non vorrei essere interrotto, perché qui mi pare che non siamo nelle condizioni che qualcuno mi ordini quello che posso o non posso dire. Mi pare di essere stato finora fin troppo comprensivo. Qualunque altro avrebbe semplicemente licenziato Emanuela, e anche te Marilena visto che sei tu ad averla caldeggiata quasi obbligandomi ad assumerla. Per un licenziamento con queste ragioni credo che la professione legale in un altro studio se la scordi, e lo stesso penso varrebbe per te se dovessi riportare tutto quello che è successo.”.
    
    Il ragionamento getta la base per un qualcosa che suona quasi come ricattatorio, ponendo le due donne di fronte a uno scenario drammatico che distruggerebbe la loro carriera. “Vorrei finire quindi”, sospira dove aver bevuto un sorso d’acqua e dopo che Emanuela si è asciugata le lacrime con un fazzolettino di carta e ha smesso di piangere. “Tua madre è molto libera, come me, come te. Abbiamo fatto cose insieme anche con altri uomini, anche con altre donne…e…” ma viene interrotto nuovamente “Saverio!”.
    
    Ma Marilena si rende conto e tace subito: “Scusa, scusa, continua”. “Quindi il problema, Emanuela, non è quello che fai, figurati, è il fatto che hai coinvolto lo studio, usando l’email nelle chat e ...
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