1. Palermo. Agosto, parte seconda.


    Data: 01/01/2019, Categorie: Etero Autore: 170135, Fonte: EroticiRacconti

    ... riservando.
    
    Vuoi per l'atmosfera, per la cosa inedita, per quel filo di vento che ora si palesava raso al pavimento, la cosuccia che si trovava in mezzo alle gambe sembrò ora riprendere coraggio. Sembrava si stesse stiracchiando dopo una lunga dormita, iniziava ad prendere forma; il prepuzio si stava ora ritraendo facendo spazio al glande appena scoperto.
    
    Si riprese dagli inconcludenti ragionamenti quando vide Lei accovacciarsi sulla sua coscia, con un sorriso pieno e la lingua stuzzicante.
    
    Ebbe un'erezione che lo lasciò meravigliato; quante volte ancora doveva dimenticare che la pancia ragiona più del cervello?
    
    La lasciò fare per un po', giusto il tempo di lucidarlo a dovere. Sentiva l'impegno e la foga sensuale di Lei, felice e incredula davanti a quel desiderato risveglio.
    
    Lei prese l'iniziativa ancora una volta, si alzò sinuosa, tese una mano e si accomodò seduta sulla scrivania; come poco prima era già stata.
    
    Stavolta Lui non si inginocchiò di fronte a tanta meraviglia, resto in piedi, col cazzo proteso. Si avvicinò a Lei con passo meccanico e trovò l'incastro perfetto, in quella fica che lo chiamava al dovere.
    
    Continuò da dove aveva lasciato prima, quando erano distesi sul pavimento. Iniziò a penetrarla forte e deciso, eccitato dai gemiti incontrollati che ora Lei lasciare scappare. Riusciva a controllare perfettamente il movimento, lento e veloce, sempre presente e poderoso, sempre in affondo. La posizione di Lei non le permetteva di guidarlo; la ...
    ... sua influenza era solo dettata dalla contrazione pelvica e si rese presto conto che aveva il suo effetto. Lui aveva un piano, non era il momento di perdere il controllo, lo avrebbe perso volentieri dopo.
    
    Si cinse un po' in avanti, mentre la scopava a ritmo lento con la bocca raggiunse un capezzolo, lo avvolse e cominciò a stuzzicarlo, a mordicchiarlo. Lei non riusciva più a
    
    trattenersi, si portò una mano alla bocca, quasi a soffocare un urlo che non voleva palesare. Il tutto era parte di un piano ben preciso, Lui così chino voleva abbracciarla da sotto arrivando con le dita a sfiorare la meta. Con le dita carezzava la rosellina, mentre sentiva col resto della mano il suo cazzo poco sopra che apriva una vagina che lo stava divorando. Gli umori erano abbondanti e colavano, lubrificando l'ano.
    
    Con la punta dell'indice il movimento divento pressione, lo accolse un buco elastico e bagnato, voglioso di piacere. Lei rimase con la mano sulla bocca, i suoi occhi però cambiarono. Quello che prima era uno sguardo appuntito divenne vago, perso. Le palpebre da aperte si costrinsero, tracciando un meraviglioso spiraglio attorno all'iride.
    
    Lui era felice come non mai.
    
    Resisteva, godeva ma senza quel senso impellente di esplodere. Sfilò la mano dall'abbraccio, la fece scivolare tra le cosce e la penetrò con due dita intere, giunte e umide. Sentiva nettamente il canale liscio, elastico e avvolgente. Poteva ruotare i polpastrelli di mezzo giro, fino a sentire il proprio cazzo che ...