1. La decisione di George – 9° parte


    Data: 02/11/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sensazioni Autore: Naughty_Bard, Fonte: RaccontiMilu

    ... grosso:
    
    ‘Aaahhh, cazzo che scopata!’ commentò. Lei si tirò su e lo vide appoggiato alla parete opposta, con un sorrisetto soddisfatto mentre ripigliava fiato. Esausta, si sedette sulla tazza. Tutta la tensione, la rabbia e la frustrazione accumulate in quelle settimane se n’erano andate con quella benedetta esplosione. Pouf! Sparite, come non ci fossero mai state.
    
    ‘Stai da dio, eh?’ le chiese sbruffone. Lei non poté fare a meno di sorridergli ed annuì. Lui ridacchiò:
    
    ‘Te l’avevo detto, no?’ lei scosse la testa.
    
    ‘Certo che potevi essere anche un po’ più gentile” borbottò. Un ghigno e:
    
    ‘No.’ fu la tagliente risposta ‘T’ho trattata come una troia” continuò con semplicità lacerante, poi aggiunse ”e ti è piaciuto, ammettilo!’ lei abbassò lo sguardo, imbarazzata, ma non gli rispose. Lo sentì ridacchiare:
    
    ‘Sai di meritartelo, vero? Hehehe!’ inghiottì e dopo qualche secondo:
    
    ‘Per quanto mi costi ammetterlo, finora hai avuto ragione” gli disse piano ‘su tutto” continuò e lui sorrise tronfio:
    
    ‘Modestamente” disse allegro. Lei tornò a guardare in basso:
    
    ‘Pensi davvero che io sia una troia?’ gli domandò. Lui sbuffò divertito:
    
    ‘Si’ e lo sai benissimo anche tu” le rispose senza troppe cerimonie, poi concluse col perfido appellativo ”troia” seguito da una risatina di scherno.
    
    Lei inghiottì di nuovo e rimase in silenzio per alcuni secondi, poi alzò di nuovo lo sguardo. Il ragazzo non si era mosso. Il cazzo moscio gli gocciolava ancora, dalla patta ...
    ... aperta.
    
    ‘Kyle” attaccò guardandolo negli occhi con un tono più dolce e persino vulnerabile, un lato di lei che il biondino che le stava davanti aveva visto ben poco per dire la verità ”ti andrebbe di scoparmi ogni tanto?’
    
    Il ragazzino non riuscì a trattenersi dal ridacchiare. Si staccò dalla parete e le si avvicinò, fino a metterle una mano sulla testa:
    
    ‘Si può fare, troia” le disse e le spinse la faccia sull’uccello, come di consueto, per farselo ripulire. Cindy attaccò a leccare la poltiglia appiccicosa che lo ricopriva ”a una condizione però!’ lei alzò lo sguardo ed aggrottò la fronte:
    
    ‘Quale?’ Lui sorrise:
    
    ‘La tua fregna è solo mia.’ le disse ‘Puoi sbocchinare chi ti pare ma quel buco è proprietà privata.’ si guardarono, lui dall’alto, lei dal basso.
    
    ‘Ci stai, troia?’ chiosò lui. Cindy non poté notare l’uso ossessivo di quel volgare ‘soprannome’ ma non protestò. Dopotutto era solo un gioco delle parti per eccitarsi a vicenda e la condizione che le aveva imposto non era poi così irragionevole. Gli sorrise e:
    
    ‘Ci sto!’ anche lui sorrise, in maniera forse meno malvagia stavolta. Lei riprese a leccare. Prima il pene, ormai quasi pulito, poi lo scroto. L’aria in quel cesso era irrespirabile, ancor più col naso appiccicato ai genitali sudaticci di un adolescente. Lui le teneva la mano sulla testa e dopo qualche secondo di quel sevizietto buttò là:
    
    ‘Lo sai, troia, ho come la sensazione che il nostro piccolo accordo continuerà anche dopo la fine dell’anno” forse tra ...